La mente è a sua volta il riflesso dell’aspetto più <strong>al</strong>to della Divinità, il Padre, o Spirito,di Cui è detto “Dio è un fuoco che consuma” 152 .L’azione liberatrice di quest’aspetto dello Spirito di Dio produce infine quella radiosità(come risultato della trasformazione e della trasmutazione) che è il tratto caratteristicodell’iniziazione della Trasfigurazione. “L’irradiazione è trasmutazione in via di attuazione”.Essendo la trasmutazione la liberazione dell’essenza affinché essa possa cercareun nuovo centro, questo processo può essere riconosciuto per quello che si riferisce<strong>al</strong>l’umanità come “radioattività” 153 .Furono questi processi, effettuati nella natura della forma, che <strong>al</strong>la fine rivelarono a-gli Apostoli la natura essenzi<strong>al</strong>e del Maestro che seguivano ed amavano, ed è questo a-spetto del Cristo — la Sua radiante re<strong>al</strong>tà interiore — che i mistici di ogni tempo testimoniano,e non solamente in relazione a Cristo ma, sia pure in grado minore, anche conogni <strong>al</strong>tro. Una volta che il mondo dei sensi è stato trasceso e che le corrispondenze piùelevate sono entrate in attività, rivelando il mondo interiore di bellezza e di verità, il misticoaccede <strong>al</strong>la comprensione di un mondo soggettivo le cui caratteristiche sono luce,radianza, bellezza e meraviglie indescrivibili. Tutti gli scritti dei mistici sono tentativi didescrivere questo mondo a cui sembrano avere accesso, le cui forme variano secondol’epoca, la razza e il grado di sviluppo del veggente.149 Sappiamo solo che il divino si rivela, mentre le forme esterne che lo hanno nascostosi dissolvono o sono così trasformate da far scorgere solamente la re<strong>al</strong>tà interiore. Iltemperamento e le tendenze del mistico — ossia le sue qu<strong>al</strong>ità innate — hanno un ruoloimportante nella descrizione di ciò che vede. Tuttavia sono tutti d’accordonell’affermare la natura essenzi<strong>al</strong>mente trascendente di quest’esperienza, e tutti ugu<strong>al</strong>menteconvinti della natura divina della persona in causa.Senza dubbio la potenza e il mistero della divinità che Cristo rivelò agli sguardi attonitidei Suoi tre amici sul monte della Trasfigurazione fu grande. In una delle anticheScritture Indiane citate d<strong>al</strong> Dr. Otto, troviamo un tentativo di esprimere o rivelarequell’essenzi<strong>al</strong>e spirito divino che si manifestò <strong>al</strong>la Trasfigurazione:“Più piccolo dell’atomo, sono <strong>al</strong>tresì il più grande.Io sono il Tutto nella sua pienezza tot<strong>al</strong>e.Io, il più antico, lo Spirito, il Signore Iddio.Il raggio dorato son Io, di forma divina.Senza mani nè piedi, ricco d’impensabile potere.Vedo senz’occhi, odo senza orecchie,Libero da ogni forma, Io conosco, ma nessuno conosce Me.Perché Io sono Spirito, sono l’Essere” 154 .L’enorme quantità di letteratura scritta nel tentativo di descrivere il prodigio della Trasfigurazioneè un fenomeno notevole della vita religiosa e costituisce una delle testimonianzepiù efficaci in favore della re<strong>al</strong>tà delle rivelazioni.La stessa semplicità del racconto che troviamo nei Vangeli ha una maestà e un propriopotere di convinzione. Gli apostoli ebbero una visione e parteciparono adun’esperienza in cui Gesù Cristo stette innanzi a loro come l’Uomo perfetto, perché pienamentedivino. Essi avevano partecipato <strong>al</strong> Suo Servizio; avevano abbandonato le lorovarie vocazioni per restare con Lui; lo avevano seguito di luogo in luogo e l’avevanoaiutato nel Suo compito, ed ora, a ricompensa della fedeltà e del riconoscimento, fu loroconcesso di assistere <strong>al</strong>la Trasfigurazione.150 “Quando la mente” dice S. Agostino “è stata impregnata d<strong>al</strong>la fede che opera conl’amore, perviene anche <strong>al</strong> bene vivente della visione, in cui sta l’inesprimibile bellezza152 Deuteronomio, IV, 24.153 Trattato del Fuoco Cosmico, di A.A, <strong>Bailey</strong>, pag. 478.154 Kaiv<strong>al</strong>ya, II, 9 citato in Mysticism, East and West di Rudolph Otto, pag. 98, 9982
conosciuta da tutti i cuori eletti e santi, la visione completa di ciò che è la felicità suprema”155 .“Sei giorni dopo Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello, e li condussesopra un <strong>al</strong>to monte, in disparte, e si trasfigurò dinanzi a loro; il suo volto risplendette come ilsole, e i suoi vestiti divennero candidi come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, checonversavano con Lui. Pietro prese a dire a Gesù: Signore è bene che restiamo qui; se vuoi, faròqui tre tende; una per te, una per Mosè ed una per Elia. Mentr’egli parlava ancora, ecco una nuvol<strong>al</strong>uminosa li avvolse, e una voce d<strong>al</strong>le nuvole disse: Questi è il mio Figlio, prediletto, nelqu<strong>al</strong>e mi sono compiaciuto, ascoltatelo. E i discepoli, udito ciò, caddero bocconi a terra, e furonopresi da gran timore. Ma Gesù, accostatosi, li toccò e disse: Alzatevi e non temete. Ed essi,<strong>al</strong>zati gli occhi, non videro più nessuno, se non Gesù solo” 156 .Una considerazione delle varie unificazioni che Cristo operò in Sé stesso ci hannopreparato <strong>al</strong>lo stupendo fenomeno della rivelazione che fece cadere prostrati i tre discepoli.Tre re o Magi assistettero, inginocchiati, <strong>al</strong>l'iniziazione della nascita. In questa crisi,tre discepoli caddero <strong>al</strong> suolo, incapaci di sostenere la gloria che era stata rivelata.Essi credevano di conoscere il loro Maestro, ma la Presenza a loro familiare era statatrasformata, ed essi si trovarono <strong>al</strong> cospetto della Presenza! Il sentimento di rispetto, dimeraviglia e di umiltà è sempre una reazione caratteristica dei mistici di ogni tempo difronte <strong>al</strong>la rivelazione della luce.151 Quest’episodio è il primo che ci fa entrare in contatto con la radiosità e con la luceche emanava d<strong>al</strong> S<strong>al</strong>vatore, e che Gli permisero di dire in tutta verità “Io sono la Lucedel mondo”. Il contatto con Dio provoca sempre uno sprigionamento di luce. QuandoMosè discese d<strong>al</strong> monte Sinai i suoi lineamenti erano tanto splendenti che nessuno potevafissarlo, e la storia racconta che egli dovette usare un velo per riparare gli sguardi delpopolo d<strong>al</strong> loro splendore. Ma la luce che era in Cristo risplendette nella sua pienezza datutta la Sua persona. Ritengo che con il progredire del processo evolutivo si giunga auna comprensione sempre maggiore e più profonda del significato della luce in relazione<strong>al</strong>l’umanità. Si parla della luce della conoscenza e tutti i nostri metodi e le istituzionieducative sono consacrati a quella luce e <strong>al</strong> suo progresso. Aspiriamo profondamente <strong>al</strong>l<strong>al</strong>uce della comprensione, che si esprime nella saggezza che caratterizza il saggio e ilsapiente della terra; questa luce li distingue d<strong>al</strong>le persone dotate di intelligenza ordinaria,conferendo autorità <strong>al</strong>le loro parole e v<strong>al</strong>ore ai loro suggerimenti. Siamo inclini acredere che nel mondo esistano illuminati, che operano quietamente e silenziosamentedietro le quinte delle vicende mondi<strong>al</strong>i, che diffondono la luce, quando è necessario,nelle situazioni oscure della terra, delucidandone i problemi, ed infine mettendo in luceciò che deve essere sradicato e ciò che è necessario. Abbiamo pure appreso a riconoscerei portatori di luce di ogni epoca, e sentiamo che in Cristo è foc<strong>al</strong>izzata la luce di tutti itempi, e che la Luce di Dio è concentrata in Lui. I Suoi discepoli entrarono per la primavolta nel raggio di quella luce sulla vetta della montagna, dopo sei giorni di lavoro, cosìnarra la storia, e non poterono reggere la vista di tanto splendore. Nondimeno sentironoche “era bene per loro rimanere in quel luogo”. Tuttavia, pur considerando la luce cheera in Cristo e l’estasi degli apostoli <strong>al</strong>la sua rivelazione, non perdiamo di vista le Sueparole che dicono che anche in noi esiste una luce, destinata a splendere in aiuto delmondo e a glorificazione del Padre che è nei Cieli 157 .152 I mistici testimoniano l’esistenza di questa luce, e penetrano in essa, ed essa penetrain loro, rivelando la luce latente e sprigionando la sua potenza. “Nella Tua luce vedremo2155 Psychology and God, di L.W. Grensted, pag. 78.156 S. Matteo, XVII, 1-8.157 S. Matteo, V, 16.83
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