Capitolo Quinto173LA QUARTA INIZIAZIONE . . . LA CROCIFISSIONEUna pioggia di fuoco ed un pianeta,Un crist<strong>al</strong>lo e una cellula,Un mollusco ed un rettile,E le grotte, dimore dei trogloditi;Poi una percezione di legge e di bellezza,E lo sguardo distolto d<strong>al</strong> suolo.T<strong>al</strong>uni la chiamano Evoluzione,Ed <strong>al</strong>tri lo chiamano Dio.Simili a mare su un’ondulata spiaggia,Quando nuova e sottile è la luna,Brame sublimi scaturisconoE si gonfiano nei cuori nostri;Vengono d<strong>al</strong> mistico oceanoDi cui nessun piede ha c<strong>al</strong>pestato le rive.T<strong>al</strong>uni la chiamano AspirazioneEd <strong>al</strong>tri lo chiamano Dio.NOTA FONDAMENTALEUna sentinella intirizzita d<strong>al</strong> dovere,Una madre stremata per sostentar la prole,Socrate che beve la cicuta,E Cristo sulla Croce;E milioni, che umili e senza nome,arrancano lungo il duro e retto sentiero.T<strong>al</strong>uni la chiamano Consacrazione,Ed <strong>al</strong>tri lo chiamano Dio.William Herbert Carruth1751Veniamo ora <strong>al</strong> mistero centr<strong>al</strong>e del Cristianesimo, ed <strong>al</strong>l’iniziazione più <strong>al</strong>ta a cui gliuomini, come esseri umani, possono aspirare. Dell’iniziazione seguente, la Risurrezione,non sappiamo praticamente niente e neppure dell’Ascensione, che vi si ricollega, eccettoche Cristo risuscitò d<strong>al</strong>la morte. L’iniziazione della Risurrezione è avvolta d<strong>al</strong> silenzio.Viene menzionata soltanto la reazione di coloro che conobbero ed amarono ilSignore, e l’influenza che ebbe in seguito nella storia della Chiesa Cristiana. Ma la Crocifissioneè stata sempre l’episodio soggettivo e drammatico su cui è stata fondat<strong>al</strong>’intera struttura della teologia cristiana e che ha avuto maggior rilievo. Milioni di parolesono state scritte <strong>al</strong> riguardo e migliaia di libri e di critiche hanno tentato di delucidarneil senso e di spiegarne il mistero. Migliaia di punti di vista, lungo i secoli, sonostati presentati <strong>al</strong>la considerazione degli uomini. Vi sono state molte interpretazioni erronee,ma è pur vero che è stato espresso molto di ciò che in essa vi è di divinamente re<strong>al</strong>e.Molto spesso Dio è stato rappresentato sotto una f<strong>al</strong>sa luce e l’interpretazionedell’opera svolta da Cristo è stata ridotta in termini adatti <strong>al</strong>le ristrette vedute degli uo-94
mini. Il prodigio che ebbe luogo sul C<strong>al</strong>vario è stato svelato tramite le illuminate esperienzedei credenti e dei conoscitori.Con la venuta di Cristo sulla terra fu inaugurato un nuovo ordine mondi<strong>al</strong>e e da quelmomento abbiamo progredito regolarmente verso un’era nuova in cui gli uomini vivrannoinevitabilmente come fratelli, perché Cristo morì per loro, e in cui la vera naturadel regno di Dio troverà espressione sulla terra. Il progresso compiuto nel passato ne èla garanzia.176 L’immanenza di quest’evento è già debolmente compresa da quelli che, come Cristodisse, hanno occhi per vedere e orecchi per intendere. Procediamo irresistibilmente versol’elevazione e Cristo l’ha confermato con la Sua vita e le Sue opere. Non abbiamoancora raggiunto quest’elevazione, ma se ne possono già scorgere i segni. Esistono giàdegli indizi di quest’era nuova e sono già evidenti i contorni indistinti di una nuovastruttura soci<strong>al</strong>e più vicina <strong>al</strong>l’ide<strong>al</strong>e basato sull’umanità perfetta. È questa perfezioneche è di importanza suprema.Una delle prime cose che è importante riconoscere è il fatto, il fatto definito, che laCrocifissione di Cristo deve essere tolta d<strong>al</strong> regno della sua applicazione puramente individu<strong>al</strong>ee inn<strong>al</strong>zata <strong>al</strong> regno dell’univers<strong>al</strong>ità e del tutto. Probabilmente produrremouna certa costernazione nel sottolineare la necessità di re<strong>al</strong>izzare che la morte di Cristosulla Croce non ebbe luogo princip<strong>al</strong>mente per s<strong>al</strong>vare ogni uomo che ne rivendichi ilbeneficio. Essa fu un grande avvenimento cosmico, le cui implicazioni ed i cui risultatiriguardano la massa del genere umano, e non l’individuo in particolare. Siamo propensi,invece, a prendere per noi, come un affare person<strong>al</strong>e, le numerose implicazioni contenutenel sacrificio di Cristo. L’egoismo dell’aspirante spiritu<strong>al</strong>e è molto spesso re<strong>al</strong>e.È evidente, che se affrontiamo l’argomento con intelligenza, Cristo non morì affinchévoi ed io potessimo s<strong>al</strong>ire in cielo; Egli morì in conseguenza del carattere stesso delservizio da Lui reso, della nota che fece risuonare, e perché inaugurò una nuova era dicendoagli uomini come vivere qu<strong>al</strong>i figli di Dio.Considerando la storia di Gesù sulla Croce è essenzi<strong>al</strong>e, perciò, prospettarla in terminipiù gener<strong>al</strong>i ed estesi di quelli attribuitigli abitu<strong>al</strong>mente. La maggior parte dei trattatie degli scritti su questo soggetto sono pieni di controversie e di polemiche, il cui princip<strong>al</strong>eobiettivo è difendere o attaccare l’evidenza, oppure la teologia relativa <strong>al</strong> tema. I-noltre si mantengono su un tono ed un tema di carattere puramente mistico o sentiment<strong>al</strong>e,dando rilievo <strong>al</strong>le relazioni esistenti fra l’individuo e la verità, oppure <strong>al</strong>la s<strong>al</strong>vezzaperson<strong>al</strong>e in Cristo.177 Ma così facendo è probabile che gli elementi re<strong>al</strong>i della storia ed il suo senso più elevatosiano andati perduti. <strong>Da</strong>lle ricerche e dagli interrogativi del secolo scorso affiorano,tuttavia, due cose. La prima consiste nel fatto che la storia narrata nel Vangelo non è u-nica nel suo genere, e la vita di <strong>al</strong>tri figli di Dio presenta caratteri consimili; la seconda èche Cristo fu unico nella persona è nella Sua missione e che, da un certo punto di vista,la Sua apparizione nel mondo non ebbe precedenti. Nessuno studioso delle religionicomparate potrà negare la corrispondenza esistente fra l’evento cristiano ed <strong>al</strong>tri precedenti.Nessuno che abbia veramente indagato con mente aperta potrà negare che Cristofu parte integrante della grande continuità della rivelazione. Dio non ha “mai tr<strong>al</strong>asciatodi rendere testimonianza di se stesso” 179 . La s<strong>al</strong>vezza del genere umano è sempre stata acuore <strong>al</strong> Padre. Citeremo uno scrittore che cerca di provare questa continuità:“All’epoca della vita e dell’apparizione di Gesù di Nazareth e durante i secoli che la precedettero,il Mediterraneo e le regioni circostanti furono teatro di un vasto numero di credenze e diritu<strong>al</strong>i pagani. Non si contano i templi <strong>al</strong>lora esistenti dedicati a dei come Apollo o Dionisio fra iGreci, ed Ercole presso i Romani, Mitra fra i Persiani, e Adone e Atti in Siria e Frigia, Osiride;Iside e Horus in Egitto, Ba<strong>al</strong> e Astarte fra i Babilonesi e i Cartaginesi, e così via. Delle comunità,grandi e piccole, riunivano credenti e devoti nel culto e nei cerimoni<strong>al</strong>i relativi <strong>al</strong>le rispettivedivinità, e negli articoli di fede che professavano riguardo a queste. Ed il fatto straordinario inte-179 Atti, XIV, 1795
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