dell’ispirazione. Ciò niente ha a che vedere con lo sviluppo della facoltà psichica comegener<strong>al</strong>mente viene intesa; essa è presente fra i figli di Dio in molte forme, da quelladell’attenzione <strong>al</strong>la voce interiore della coscienza e del dovere (due delle forme inferioridi ispirazione) a quella del supremo conseguimento spiritu<strong>al</strong>e che trova la sua espressionenelle Scritture ispirate del mondo.Senza quest’ispirazione <strong>al</strong>l’uomo è impossibile penetrare nel tempio e comunicarecon Colui che sta introducendolo ai sottili processi di iniziazione. Il Primo Iniziatore èl’anima stessa, il divino sé nell’uomo, l’uomo spiritu<strong>al</strong>e che sta dietro lo schermodell’uomo esteriore, e che lotta per dominare la person<strong>al</strong>ità esterna e per agire attraversoessa. È quell’anima o sé che apre <strong>al</strong>l’uomo la porta dell’ispirazione e gli rivela la naturadella sua coscienza divina, accordando il suo orecchio ad afferrare il suono di quella“Voce che parla nel silenzio” — quando l’uomo ha fatto tacere tutte le <strong>al</strong>tre voci.Il conseguimento della facoltà dell’ispirazione è essenzi<strong>al</strong>e per ogni progresso sulsentiero dell’iniziazione, ed essa presuppone uno sviluppo d’intelligenza che mett<strong>al</strong>’uomo in grado di fare le necessarie differenziazioni.269 La vera ispirazione non consiste affatto nel far scaturire <strong>al</strong>la superficie il sé subcosciente;non è neppure lo sprigionamento nell’uomo del torrente delle idee e dei pensieri— razzi<strong>al</strong>i, nazion<strong>al</strong>i o familiari — che gli è proprio; né il fatto di captare il mondo delpensiero, ciò che può essere compiuto con facilità da coloro in cui è sviluppata una certaqu<strong>al</strong>ità di rapporto telepatico. Né il porgere orecchio <strong>al</strong>le innumerevoli voci che possonofarsi udire quando un uomo riesce a diventare tanto completamente negativo e vuotod’ogni pensiero intelligente, che i suoni, le idee e le suggestioni del mondo dei fenomenipsichici possono introdursi in lui. Ciò avviene gener<strong>al</strong>mente quando il livello di intelligenzaè d’ordine relativamente basso. L’ispirazione è una cosa del tutto diversa. È unapenetrazione nel mondo del pensiero e dell’idea, a cui Cristo porse orecchio quando intesela Voce, e il Padre Gli parlò. È la risposta intuitiva di un cervello intelligente <strong>al</strong>leimpressioni provenienti d<strong>al</strong>l’anima e d<strong>al</strong> mondo delle anime. Il linguaggio del regno <strong>al</strong>loraci diventa familiare. Siamo in contatto con le anime liberate che agiscono in quelregno, e le onde di pensiero e le idee che cercano di imprimersi nella mente degli uominitrovano modo di circolare attraverso le menti, messe in sintonia, dei discepoli delmondo. Questa è l’ispirazione, facoltà che tutti gli aspiranti debbono addestrarsi a conseguiree che deve essere conseguita nel mondo dell’esistenza quotidiana. È un potereche viene generato mediante il processo della meditazione corretta; è un'espressionedell’anima, operante attraverso la mente, che in t<strong>al</strong> modo guida il cervello con impulsidi origine puramente spiritu<strong>al</strong>i. All’ispirazione sono dovute tutte le idee nuove e gli ide<strong>al</strong>iche si sviluppano nel nostro mondo moderno. L’epoca dell’ispirazione non è passata;essa è presente in questo mondo e in questo momento. Dio parla ancora agli uomini,perché questo nostro mondo fornisce ancora delle condizioni adeguate <strong>al</strong>lo sviluppo dellequ<strong>al</strong>ità che caratterizzano il Cristo nel cuore umano, l’anima, il figlio di Dio in incarnazione,dimorante in questa v<strong>al</strong>le di lacrime e, come è stata chiamata, questa v<strong>al</strong>le incui si formano le anime”.Ma per conseguire questo contatto cosciente e preciso con l’anima, l’aspirante deveimparare l’obbedienza per mezzo della sofferenza e deve anche mettere in pratica l’artedi amare.270 Non è facile, perché esige disciplina, sforzo continuo, lotta incessante, quella conquistadel sé che vuol dire crocifissione quotidiana, quell’attenzione serrata che non distogliegli occhi d<strong>al</strong>la meta, ma che è sempre cosciente del proposito, del progresso edell’orientamento. Ciò che vi è di prodigioso in questo lavoro consiste nella possibilitàdi effettuarlo in questa vita e subito, nella situazione in cui ci troviamo, senza che sia richiestoil minimo abbandono del luogo del nostro dovere e della nostra responsabilità.T<strong>al</strong>e è la meta dell’uomo che cerca di collaborare con Cristo <strong>al</strong>la fondazione del regno,adempiendo così il volere di Dio. Non esiste <strong>al</strong>tro obiettivo che meriti l’attenzionedell’uomo, non ce n’è <strong>al</strong>cuno capace di assorbire in t<strong>al</strong> modo tutte le sue forze, i suoi142
doni, le sue doti ed ogni istante della sua esistenza. Al giorno d’oggi si richiedono Servitoridella razza, uomini e donne che si accingano <strong>al</strong> compito del perfezionamento del séonde provvedersi dei requisiti migliori, richiesti per servire gli uomini, loro simili, e Dionell’uomo.Si dice che quando entriamo nel mondo degli ide<strong>al</strong>i “le differenze fra le religioni diventanoinsignificanti e le rassomiglianze sorprendenti. Esiste un solo ide<strong>al</strong>e per l’uomo,rendersi profondamente umano. Siate perfetti”. L’uomo perfetto, l’uomo completo, èl’uomo ide<strong>al</strong>e, l’uomo divino. Seguendo il sentiero della purificazione, scopriamo quantosia debole e difettoso l’uomo inferiore e person<strong>al</strong>e; seguendo il sentiero del discepolatoci applichiamo <strong>al</strong>lo sviluppo delle qu<strong>al</strong>ità e caratteristiche dell’uomo che è pronto ac<strong>al</strong>care la Via e a nascere a <strong>Betlemme</strong>. Allora sapremo la verità su noi stessi e su Dio,sapremo attraverso la nostra scoperta se ciò che ci è stato detto è vero oppure no. Ci èstato detto che:“... nessuno può comprendere correttamente la verità storica contenuta in documentiqu<strong>al</strong>i i Vangeli, fino a quando non abbia sperimentato in se stesso il senso mistico racchiusoin essi... Angelo Silesio del secolo XVII° ha già espresso la tot<strong>al</strong>ità dell’atteggiamentocritico verso questo genere di investigazione:271“Quand’anche Cristo nascesse ogni anno a <strong>Betlemme</strong> e maiIn te stesso, saresti perduto per sempre;E se entro di te non sarà di nuovo drizzataLa Croce del Golgota, non potrai sfuggire <strong>al</strong> dolore” 256 .La conoscenza di se stessi conduce <strong>al</strong>la conoscenza di Dio. Essa è il primo passo. Lapurificazione del sé conduce <strong>al</strong>la porta dell’iniziazione, ed è <strong>al</strong>lora possibile c<strong>al</strong>care laVia che Cristo ha percorso da <strong>Betlemme</strong> <strong>al</strong> C<strong>al</strong>vario.Siamo esseri umani, ma siamo anche divini e siamo cittadini del regno, benché nonabbiamo ancora reclamato né avuto parte dell’eredità divina. L’ispirazione si riversa sudi noi in continuazione; in ogni cuore umano l’amore è latente. Per compiere il primopasso viene richiesta soltanto l’obbedienza, dopo di che il servizio, che è l’espressionedell’amore, e l’ispirazione, che è l’influenza del regno, diventeranno parte integrantedella nostra espressione di vita. È questo che Cristo venne a rivelarci; questa la Parolache Egli enunciò. Egli ci ha dato dimostrazione delle nostre possibilità umane e divine,e accettando il fatto della nostra natura duplice ma divina, noi possiamo incominciare acooperare <strong>al</strong>la fondazione e <strong>al</strong>l’espressione del regno.Dobbiamo giungere a comprendere che “l’espressione più <strong>al</strong>ta, più pura e più assolutamenteadeguata <strong>al</strong> mistero dell’uomo è Cristo, il Dio-uomo. Egli soltanto pone nellagiusta luce la natura umana. Il Suo apparire nella storia autorizza l’uomo a considerarsiqu<strong>al</strong>che cosa di più di una semplice creatura. Se esiste re<strong>al</strong>mente un Dio-uomo, esistepure un Uomo Dio, ossia l’“uomo”, che ha ricevuto in se stesso la divinità… l’Uomo-Dio è collettivo e univers<strong>al</strong>e, v<strong>al</strong>e a dire il genere umano nel suo insieme Chiesa mondi<strong>al</strong>e.Perché è soltanto nella comunione con tutti i suoi simili che l’uomo può ricevereDio” 257 .L’atteggiamento individu<strong>al</strong>e verso l’esempio di Cristo consiste perciò nell'obbedienza<strong>al</strong> Suo comandamento di raggiungere la perfezione. Ma il motivo che ci guida deveessere quello che incitò Cristo a compiere tutta la Sua attività divina, la fondazione delnuovo regno e il conseguimento di quello stato di coscienza, su una sc<strong>al</strong>a univers<strong>al</strong>e edumana, che tramuterà tutti gli esseri umani in cittadini del regno, ivi operanti coscientemente,e volontariamente soggetti <strong>al</strong>le sue leggi, in sforzo costante per estenderlo su tutt<strong>al</strong>a terra.256 Citato in The Way of Initiation, di Rudolf Steiner, pag. 46.257 Wrestlers with Christ, di Karl Pfleger, pag. 235143
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