un’indegnità e di un’iniquità che solo lo sviluppo della mente era capace di dare. L’eradel Cristianesimo è stata un’era di sviluppo ment<strong>al</strong>e ed è stata pure un’era in cui si è datomolto rilievo <strong>al</strong> peccato e <strong>al</strong> m<strong>al</strong>e. Negli anim<strong>al</strong>i non esiste la coscienza del peccato,per quanto ve ne siano indizi rudiment<strong>al</strong>i fra gli anim<strong>al</strong>i domestici, dovuta ai loro rapporticon l’uomo.193 La mente produce la facoltà di an<strong>al</strong>izzare e di osservare, di differenziare e di distinguere,per cui con l’avvento dello sviluppo ment<strong>al</strong>e è derivato, col tempo, un crescentesenso del peccato, della contrizione e di un atteggiamento degradante verso il Creatore,che ha prodotto nell’umanità quel marcato complesso di inferiorità che oggi gli psicologicercano di vincere. Oggi noi ci ribelliamo a questo senso del peccato, con i suoi fattoriconcomitanti di propiziazione, di espiazione e di immolazione di Cristo per noi; ed inquesta reazione re<strong>al</strong>mente s<strong>al</strong>utare vi è una tendenza ad andare molto oltre. Fortunatamentenon saremo mai in grado di <strong>al</strong>lontanarci troppo d<strong>al</strong>la divinità e il fatto che ritorneremocome specie ad uno stato di spiritu<strong>al</strong>ità ancora maggiore è il credo sincero di tutticoloro che sanno. La teologia ha fatto torto a se stessa con il suo complesso del “miserabilepeccatore” e ha troppo insistito sulla necessità di una purificazione ottenuta amezzo del sangue. Questa dottrina di purificazione mediante il sangue dei tori e degli a-rieti (agnelli) faceva parte degli antichi misteri, ed è giunta a noi princip<strong>al</strong>mente con imisteri di Mitra.Questi misteri, a loro volta, ereditarono l’insegnamento, formulando così le loro dottrine,che furono poi assorbite d<strong>al</strong> Cristianesimo. Quando il sole si trovava nel segnozodiac<strong>al</strong>e del Toro, era in uso l’offerta in sacrificio dei tori, quasi in previsione di quelloche Cristo sarebbe venuto più tardi a rivelare. Quando il sole passò nel segno seguente(nella precessione degli equinozi) il segno dell’Ariete, vennero sacrificati gli agnelli e ilcapro espiatorio veniva mandato nel deserto. Cristo nacque nel segno seguente dei Pesci,ed è per questa ragione che noi mangiamo pesce il Venerdì Santo, in memoria dellaSua venuta. Tertulliano, uno dei primi Padri della Chiesa, parla di Gesù come del“Grande Pesce” e di noi, Suoi seguaci, come dei “piccoli pesci”. Questi fatti sono bennoti, come indica il brano seguente:“Le cerimonie di purificazione mediante l’aspersione o l’immersione del novizio nel sangue deitori o degli arieti erano assai diffuse e si trovano frequentemente nei riti di Mitra.L’uomo nasceva di nuovo per mezzo di quella purificazione e l’espressione cristiana lavatonel sangue dell’Agnello riflette senza dubbio quest’idea, che rende chiara l’<strong>al</strong>lusione contenutanelle parole dell’Epistola degli Ebrei:194 “Poiché è impossibile che il sangue delle capre e dei tori tolga le colpe”. Nello stesso passaggiol’autore prosegue dicendo: avendo dunque, o fratelli, in virtù del sangue di Gesù, pienafacoltà d’ingresso nel santuario, per quella via nuova e vivente che Egli inaugurò per noi attraversoil velo, cioè attraverso la sua carne... accostiamoci... purificati i cuori da ogni m<strong>al</strong>a coscienza,e lavati i corpi con acqua pura. Ma quando noi apprendiamo che le cerimonie di iniziazionedi Mitra consistevano nell’entrare coraggiosamente in un misterioso e sotterraneo santodei santi con gli occhi bendati e quivi nell’essere aspersi con sangue e lavati con acqua, risultachiaro che l’autore delle Epistole aveva in mente quei riti di Mitra, che <strong>al</strong>lora dovevano esserenoti a tutti” 203 .Cristo venne ad abolire quei sacrifici mostrando il loro vero significato, e morì sullaCroce qu<strong>al</strong>e uomo perfetto per mostrare a noi (in maniera simbolica eppur re<strong>al</strong>e) che ladivinità può essere manifestata e può esprimersi soltanto quando l’uomo, come uomo, èmorto affinché possa vivere il Cristo nascosto. La natura carn<strong>al</strong>e inferiore (come amavachiamarla S. Paolo) deve morire affinché la natura divina possa apparire in tutta la suabellezza. Il sé inferiore deve morire per permettere <strong>al</strong> Sé superiore di manifestarsi sullaterra. Cristo doveva morire onde permettere <strong>al</strong>l’umanità di imparare una volta per tutte203 The Paganism in our Christianity, di Arthur Weig<strong>al</strong>l, pag. 132-133104
questa lezione: che l’aspetto divino può essere “s<strong>al</strong>vato” mediante il sacrificio della naturaumana. In t<strong>al</strong> modo Cristo assommò nella Sua Persona il significato di tutti i sacrificiche avevano preceduto il Suo. Quella misteriosa verità che fino a quel tempo erastata rivelata soltanto <strong>al</strong> discepolo fidato e ammaestrato, già pronto per la quarta iniziazione,fu donata d<strong>al</strong> Cristo <strong>al</strong> mondo degli uomini. Egli morì per tutti perché tutti potesserovivere. Ma questa non è la dottrina dell’espiazione vicaria che fu soprattuttoun’interpretazione della Crocifissione dataci da S. Paolo, ma la dottrina insegnataci d<strong>al</strong>lostesso Cristo — la dottrina dell’immanenza divina (vedere S. Giovanni XVII), e ladottrina del Dio-uomo.Il Cristianesimo ha ereditato molte delle sue interpretazioni, e i dottori e gli interpretidei tempi cristiani primitivi non erano più liberi d<strong>al</strong>le pastoie degli antichi credi di quantonon lo siamo noi d<strong>al</strong>le interpretazioni date <strong>al</strong> Cristianesimo durante gli ultimi duemilaanni.195 Cristo ci ha insegnato che dobbiamo morire per poter vivere come Dei, e per questoEgli morì. Egli riassunse in Sé tutte le tradizioni del passato poiché “non soltanto completòle Scritture Ebraiche, ma anche quelle del mondo pagano, e la grande attrattiva delCristianesimo primitivo consiste in questo. In Lui furono condensati in una re<strong>al</strong>tà tangibileuna dozzina di Dei nebulosi; e le antiche storie delle loro spaventose sofferenze edelle loro morti espiatorie furono rese attu<strong>al</strong>i prendendo un significato nella Sua Crocifissione”204 . Ma la Sua morte fu anche l’atto fin<strong>al</strong>e di una vita di servizio e di sacrificioe la conseguenza logica della Sua dottrina. I pionieri e tutti quelli che rivelano agli uominiil loro prossimo passo da compiere, coloro che vengono qu<strong>al</strong>i interpreti del PianoDivino, sono immancabilmente ripudiati e gener<strong>al</strong>mente muoiono a causa delle loro coraggioseaffermazioni. Cristo non fa eccezione a questa regola. “I pensatori cristiani a-vanzati considerano oggi la Crocifissione di Nostro Signore come il sacrificio supremoda Lui compiuto a difesa dei principi del Suo insegnamento. Essa fu il coronamento dellaSua vita eroica, ed offre un esempio così sublime <strong>al</strong> genere umano che si può dire cheil solo fatto di meditarla produce uno stato d’unificazione con la Sorgente d’ogni bontà”205 ;Per qu<strong>al</strong>e ragione dunque abbiamo dato tanto rilievo <strong>al</strong> sacrificio del sangue di Cristoe <strong>al</strong> concetto del peccato? Sembra che le cause siano due:1. L’idea del sacrificio di sangue, da noi ereditata dice il dottor Rashd<strong>al</strong>l:“I diversi autori dei libri canonici erano, infatti, tanto abituati ai concetti precristiani di un sacrificioespiatorio e della riparazione, che l’accettarono senza andare <strong>al</strong>le origini della questione.Ma quest’ambiguità non riuscì gradita ai Padri Cristiani, primitivi. Nel secolo secondo dopoCristo, Ireneo, e dopo di lui <strong>al</strong>tri scrittori, spiegarono la dottrina con quella che è chiamata laTeoria del Riscatto, secondo la qu<strong>al</strong>e il diavolo fu padrone legittimo del genere umano in conseguenzadella caduta di Adamo, e Dio, essendo incapace di togliere a Satana i suoi sudditi senzapagarne un riscatto, offerse in cambio il suo stesso Figlio incarnato” 206 .196 In questo pensiero abbiamo una precisa dimostrazione del modo con cui tutte le idee(da principio concepite per intuizione e perciò inf<strong>al</strong>libilmente giuste) vengono f<strong>al</strong>sate.Ad influenzarle intervengono la mente degli uomini e le nozioni preconcette. L’idea divent<strong>al</strong>’ide<strong>al</strong>e, serve uno scopo utile e fa procedere gli uomini (così come l’idea del sacrificioha sempre guidato gli uomini ad avvicinarsi a Dio), fino a quando si trasformain idolo e diventa limitante e f<strong>al</strong>sa.2. La crescita della coscienza del peccato nella razza, dovuta <strong>al</strong>la sua crescente sensibilità<strong>al</strong>la divinità e <strong>al</strong> conseguente riconoscimento della deficienza e del carattere relativamentem<strong>al</strong>vagio della natura umana inferiore.204 Ibid., pag. 158.205 The Paganism in Our Christianity di A. Weig<strong>al</strong>l, pag. 166.206 The Idea of Atonement di H. Rashd<strong>al</strong>l, pag. 248.105
- Page 1 and 2:
DA BETLEMME AL CALVARIOAltre opere
- Page 3 and 4:
LA GRANDE INVOCAZIONEDal punto di L
- Page 5 and 6:
PREFAZIONELa pubblicazione di quest
- Page 7 and 8:
Capitolo Primo1OSSERVAZIONI PRELIMI
- Page 9 and 10:
“Esisteva — ci è stato detto
- Page 11 and 12:
Nostro compito è scoprire il signi
- Page 13 and 14:
nella corrente”, e nella vita di
- Page 15 and 16:
Il Buddha……. Il Metodo… Dista
- Page 17 and 18:
sciente. Cristo rivisse per noi il
- Page 19 and 20:
Non è un compito facile. Occorre u
- Page 21 and 22:
che avvengono attorno a noi, non so
- Page 23 and 24:
33Capitolo SecondoLA PRIMA INIZIAZI
- Page 25 and 26:
“In principio era il Verbo e il V
- Page 27 and 28:
L’uomo, l’essere umano, l’ani
- Page 29 and 30:
L’iniziato non è semplicemente u
- Page 31 and 32:
gli si chiarirono in mente. Aveva c
- Page 33 and 34:
scerà il Cristo bambino, e in ques
- Page 35 and 36:
la vita di Cristo produce un effett
- Page 37 and 38:
“Non è solamente per coincidenza
- Page 39 and 40:
La scelta di questa particolare dat
- Page 41 and 42:
della nascita e dell’infanzia. Cr
- Page 43 and 44:
scoli che circondavano la grotta-st
- Page 45 and 46:
74 L’umanità può porsi in viagg
- Page 47 and 48:
ni invariabili, con la sottomission
- Page 49 and 50:
individuo è a un certo punto dibat
- Page 51 and 52:
sa è il preludio essenziale della
- Page 53 and 54: l’esempio della Sua vita Egli ci
- Page 55 and 56: Possiamo riassumere le unificazioni
- Page 57 and 58: scendere su un uomo, fanno dell’a
- Page 59 and 60: fu completata la Sua purificazione.
- Page 61 and 62: Ritto in mezzo alle acque del Giord
- Page 63 and 64: prio nel fatto che siamo vulnerabil
- Page 65 and 66: Cristo fu una tale Personalità. Il
- Page 67 and 68: tà) a determinare il nostro compor
- Page 69 and 70: Primo, che l’affermazione secondo
- Page 71 and 72: prannaturale. In certi istanti egli
- Page 73 and 74: fatto suoi i regni del mondo con tu
- Page 78 and 79: Cristo, in quanto Personalità che
- Page 80 and 81: il passato emotivo dell’uomo e la
- Page 82 and 83: La mente è a sua volta il riflesso
- Page 84 and 85: la luce”. Tale è il fatto essenz
- Page 86 and 87: d’illuminazione e fuggevoli istan
- Page 88 and 89: zione di una precisa ingiunzione. E
- Page 90 and 91: zione interiore si avvicina a quell
- Page 92 and 93: enunciarlo in maniera talmente univ
- Page 94 and 95: Capitolo Quinto173LA QUARTA INIZIAZ
- Page 96 and 97: essante per noi è che, malgrado le
- Page 98 and 99: Se si cerca l’origine del simboli
- Page 100 and 101: Il Suo corpo risplende tra le nevi
- Page 102 and 103: 189 Il Cristo cosmico sta ancora ag
- Page 106 and 107: Abbiamo visto che uno dei fattori d
- Page 108 and 109: finché Egli non infierisse sul gen
- Page 110 and 111: persone inique nel vero senso della
- Page 112 and 113: in tappa, lungo la via, e di vetta
- Page 114 and 115: sto non era ancora morto, e il sacr
- Page 116 and 117: sufficiente per ottenere il perdono
- Page 118 and 119: quel Figlio, la forma materiale che
- Page 120 and 121: 223 Ma questo è il sentiero della
- Page 122 and 123: interpretazione teologica. È possi
- Page 124 and 125: gia desse una svolta all’interpre
- Page 126 and 127: che gli era stata inferta, proprio
- Page 128 and 129: sere adempiute se egli vuole essere
- Page 130 and 131: quesito dunque può ridursi a quest
- Page 132 and 133: cittadinanza nel regno di Dio). Il
- Page 134 and 135: 251 Abbiamo qui l’idea del regno
- Page 136 and 137: 257Capitolo SettimoLA NOSTRA META I
- Page 138 and 139: 5. In Lui culminò tutto il passato
- Page 140 and 141: mento di Cristo non è né antiquat
- Page 142 and 143: dell’ispirazione. Ciò niente ha
- Page 144 and 145: 272 Egli è il messaggero del regno
- Page 146 and 147: cittadinanza e ci disse che avremmo
- Page 148 and 149: Servizio. Devono essere espressi me
- Page 150 and 151: “Ormai persuaso di avere raggiunt
- Page 152 and 153: madre, 65messaggio, 90, 258opera, 1
- Page 154 and 155:
nell’uomo, 18, 138-440realizzazio
- Page 156 and 157:
testimonianza, 96INIZIAZIONI:grande
- Page 158 and 159:
OCCHIO della SAGGEZZA, 28Odio, conf
- Page 160 and 161:
simbolismo, 183Sé:conoscenza, 271c
- Page 162:
divinità in espressione, 262-263in