glia”, che è solo un <strong>al</strong>tro nome usato per definire il sé person<strong>al</strong>e inferiore, consideratocome un tutto unificato, il che esiste soltanto nelle persone evolute, discepoli e iniziati.In queste tre parole — maya, annebbiamento e illusione — abbiamo i sinonimi dellacarne, del mondo e del demonio, che costituiscono la triplice prova che ogni figlio diDio deve affrontare <strong>al</strong>la vigilia della liberazione.120 “Se tu sei il figlio di Dio, comanda a queste pietre di trasformarsi in pane”. Serviamocidei nostri poteri divini per fini person<strong>al</strong>i e materi<strong>al</strong>i. Poniamo innanzi a tutto la naturafisica e materi<strong>al</strong>e. Appaghiamo la nostra fame, qu<strong>al</strong>unque essa sia, e appaghiamolaperché siamo divini. Usiamo i poteri divini per ottenere la s<strong>al</strong>ute perfetta, la prosperitàfinanziaria lungamente bramata, la popolarità di cui la nostra person<strong>al</strong>ità è assetata, etutte quelle circostanze fisiche e condizioni che desideriamo. Siamo figli di Dio e perciòne abbiamo il diritto. Ordina a queste pietre di trasformarsi in pane affinché siano quisoddisfatte le nostre supposte necessità. T<strong>al</strong>i furono gli argomenti capziosi usati <strong>al</strong>lora, etuttora ripetuti da molti istruttori e scuole di pensiero. Ancora oggi costituiscono la tentazionetipica degli aspiranti del mondo. Molti maestri e svariati gruppi traggono profittoda questa teoria, e quel che è abbastanza singolare, è che costoro agiscono così, sinceramentee completamente convinti della correttezza del loro punto di vista. Le tentazioniche vengono <strong>al</strong>le anime più avanzate sono d’ordine molto più sottile. L’impiego dei poteridivini per soddisfare le necessità fisiche e puramente person<strong>al</strong>i può venir presentatosotto un aspetto del tutto legittimo. Tuttavia non si vive di solo pane ma di vita spiritu<strong>al</strong>eche (provenendo da Dio) si riversa nell’uomo inferiore, e gli infonde vita. Questo è ilprimo fatto essenzi<strong>al</strong>e da comprendere. Occorrerebbe porre l’enfasi su questa vitadell’anima e su questo contatto interiore. La guarigione del corpo fisico, se infermo, ècosa certamente essenzi<strong>al</strong>e per l’individuo, ma è ancora più importante vivere come a-nima. <strong>Da</strong>r rilievo a una divinità che deve esprimersi interamente tramite una necessitàmateri<strong>al</strong>e, in termini monetari, vuol dire ridurre nella maniera più precisa quella divinitàa un attributo di se stessa. Quando viviamo come anime, quando la nostra vita interioreè orientata verso Dio, non per ciò che possiamo ottenerne, ma poiché il nostro senso delladivinità è sviluppato, <strong>al</strong>lora le forze della vita divina ci pervaderanno producendo ciòche è necessario. Natur<strong>al</strong>mente ciò non può renderci del tutto immuni d<strong>al</strong>le infermità, oprodurre la prosperità economica, ma si tradurrà in una purificazione della natura inferiore,in una tendenza <strong>al</strong>l’oblio di noi stessi, in un <strong>al</strong>truismo che fa anteporre il prossimoa noi, in una saggezza consacrata ad insegnare e ad aiutare i nostri simili, in uno stato liberoda odio e da sospetto che renderà più gradevole la vita a chi ci circonda, ed infinein una bontà ed inclusività che non lasceranno posto <strong>al</strong> sé separato. È assai probabile,ma non del tutto certo, che una t<strong>al</strong>e natura interiore produca un corpo sano e l’immunitàd<strong>al</strong>le infermità fisiche.121 Nel tempo e nello spazio, in una vita particolare e in un periodo speci<strong>al</strong>e, la m<strong>al</strong>attiapuò avere una sua ragione speci<strong>al</strong>e e può costituire un beneficio profondamente desiderabile.La povertà e le ristrettezze economiche possono ristabilire un senso dei v<strong>al</strong>oriche era andato perduto, ed arricchire il cuore di compassione. Per molte persone il denaroe una s<strong>al</strong>ute perfetta possono equiv<strong>al</strong>ere a una c<strong>al</strong>amità. Ma utilizzare il potere divinoper conseguire scopi egoistici, e dar prova della natura divina per ottenere guarigioni individu<strong>al</strong>i,assomiglia ad una prostituzione della re<strong>al</strong>tà, e costituisce una delle tentazioniaffrontate e trionf<strong>al</strong>mente superate d<strong>al</strong> Cristo. Viviamo tramite la vita di Dio. Lasciamoche questa vita scorra “più copiosamente” su di noi, e diventeremo, a somiglianza diCristo, dei centri viventi di energia irradiante <strong>al</strong> servizio del mondo. Con ogni probabilitàavremo una s<strong>al</strong>ute fisica migliore, perché non saremo più preoccupati di noi stessi. L<strong>al</strong>ibertà d<strong>al</strong>l’egocentrismo è una delle prime leggi per una buona s<strong>al</strong>ute.Il problema della guarigione, che nella nostra epoca attira l’attenzione di migliaia dipersone, è troppo vasto per essere trattato in questo libro, e assai più complesso di quantopossano immaginare i guaritori o i gruppi che si occupano della guarigione. Vorrei farnotare soltanto due cose:68
Primo, che l’affermazione secondo la qu<strong>al</strong>e tutte le m<strong>al</strong>attie sarebbero il risultato dipensiero errato, non dovrebbe essere accettata troppo precipitosamente. Anche negli <strong>al</strong>triregni della natura le m<strong>al</strong>attie sono numerose: gli anim<strong>al</strong>i, le piante e i miner<strong>al</strong>i sonosoggetti a m<strong>al</strong>attie, <strong>al</strong> pari degli esseri umani, e questi regni sono anteriori <strong>al</strong>l'apparizionedella famiglia umana sulla terra. Secondo, l’affermazione secondo la qu<strong>al</strong>e la nostradivinità ci dà diritto <strong>al</strong>la buona s<strong>al</strong>ute sarà senza dubbio vera in un lontano futuro quandola divinità si esprimerà re<strong>al</strong>mente, e non soltanto con una semplice affermazione, matramite il contatto con l’anima, coscientemente e intelligentemente organizzato. Sarà ilrisultato di una vita vissuta secondo l’esempio di Cristo, senza egoismo, tutta dedita <strong>al</strong>prossimo.Cristo vinse questa tentazione che lo spingeva ad usare i Suoi poteri divini a scopoegoistico con la c<strong>al</strong>ma, reiterata affermazione della Sua divinità, divinità basata sull'univers<strong>al</strong>itàdel Verbo. È forse opportuno ricordare a questo proposito che Cristo sulla Crocefu deriso con queste parole: “Ha s<strong>al</strong>vato gli <strong>al</strong>tri e non può s<strong>al</strong>vare se stesso” 135 . Lamaya, o l’inganno della natura fisica, non poteva far presa su di Lui poiché se ne era giàcompletamente liberato.122 Attu<strong>al</strong>mente l’aspirante mondi<strong>al</strong>e, l’umanità, si trova davanti a questa tentazione. Ilsuo problema è di natura economica, e connesso fondament<strong>al</strong>mente e definitivamentecon il problema del pane, così come, parlando simbolicamente, il problema di Cristo eraquello del cibo. Il mondo si trova <strong>al</strong>le prese con un problema materi<strong>al</strong>e. È vero che nonpossiamo evaderlo, ed è ugu<strong>al</strong>mente vero che gli uomini debbono nutrirsi. Come verràrisolto t<strong>al</strong>e problema? Sarebbe giudicato troppo ide<strong>al</strong>ista e considerato un mistico privodi senso pratico colui che, riportandosi <strong>al</strong> pari di Cristo ai principi essenzi<strong>al</strong>i della vita,dicesse che quando l’uomo avrà ritrovato l’adattamento e l’orientamento come esserespiritu<strong>al</strong>e, il problema che lo assilla si risolverà automaticamente? Senza dubbio sarebbeconsiderato t<strong>al</strong>e. Sarebbe dunque completamente fuori strada, e da ritenersi folle, coluiche sente, come molti oggi sentono, che la soluzione del problema risiede in una riv<strong>al</strong>utazionedella vita ed in una rieducazione ispirata ai principi che sono <strong>al</strong>la basedell’esistenza? Sarebbero molti a considerarlo t<strong>al</strong>e. Ma la soluzione del problemadell’uomo ricercata esclusivamente nella sola soddisfazione delle sue necessità materi<strong>al</strong>i,riuscirà soltanto a sprofondarlo ancora più nella p<strong>al</strong>ude della materia. Sarebbe assaiutile soddisfare i suoi bisogni relativi <strong>al</strong> pane quotidiano. Ma il pane deve essere accompagnatoda qu<strong>al</strong>che cosa che appaghi tutte le necessità dell’intero uomo; e non semplicementequelle del corpo e dei suoi desideri. Per l’uomo vi sono cose molto più importantidi quelle che riguardano la forma, anche se egli non se ne rende conto. Cristo consacròpoco del Suo tempo a nutrire la moltitudine. Ne consacrò molto invece a insegnarlele regole del regno di Dio. Agli uomini è permesso prendere tutto quello che loro necessita,ed è ciò che adesso stanno facendo in ogni dove. Ma è necessario <strong>al</strong> tempo stessomettere in evidenza e insegnare le cose che re<strong>al</strong>mente contano, o <strong>al</strong>trimenti il risultatosarà disastroso. Quando avremo ripulito la dimora dell’umanità da ogni abuso, e t<strong>al</strong>e è larichiesta dei rivoluzionari d’ogni paese, a meno che quella casa non diventi bella e i suoiabitanti non basino le loro idee sui principi essenzi<strong>al</strong>i divini, il nuovo stato sarà peggioredi quello vecchio.123 Secondo la parabola di Cristo 136 sette sono i diavoli che possono penetrare in quellacasa. Se, quando la casa sarà ripulita, Dio non vi dimorerà, e se le nostre riv<strong>al</strong>utazioni ele sistemazioni nazion<strong>al</strong>i non condurranno a quella pace e a quella quiete della mente incui l’anima dell’uomo può sbocciare, saremo fat<strong>al</strong>mente diretti verso disastri ancoramaggiori. “Non di solo pane vivrà l’uomo ma di ogni parola che esce d<strong>al</strong>la bocca diDio”.135 S. Matteo, XXVII, 42.136 S. Matteo, XII, 45.69
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