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Archaeology and Heinrich Schliemann 2012

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Il funerale di <strong>Heinrich</strong> <strong>Schliemann</strong> nei resoconti della stampa greca 485di conoscerne meglio gli oggetti ed interess<strong>and</strong>osi atutte le antichità cicladiche”.I commenti sull’operato del gr<strong>and</strong>e archeologotedesco furono sempre agli antipodi: o entusiastici odecisamente negativi. Nel quotidiano Acropolis del29.12.1890/10.1.1891 si afferma che l’interpretazionedata da <strong>Schliemann</strong> alle sue scoperte archeologichenon è né convincente, né soddisfacente. Egli sarebbestato poco dotato nel campo della Storia dell’Arte,preso com’era dall’entusiasmo nei confronti dei suoirinvenimenti e dalla fede totale e assoluta che riponevanei poemi omerici. Va detto a suo discapito che fuproprio grazie a quell’entusiasmo e a una buona dosedi fortuna che egli decise di abb<strong>and</strong>onare le sue proficueattività commerciali per venire in Grecia e riportarealla luce i tesori di Micene, Tirinto e Orchomenos.Sebbene in generale sia la stampa popolare che leriviste scientifiche si esprimessero entusiasticamentenei confronti di <strong>Schliemann</strong>, vi furono altri casi dicommenti a dir poco critici. Pochi giorni prima del suofunerale, sul quotidiano Kairoi del 20.12.1890/ 1.1.1891,un articolo scritto a mo’ di lettera e firmato da unanonimo che si autodefiniva “uno storico” tentava dismorzare l’entusiasmo e la forse eccessiva ammirazioneche si erano creati intorno alla sua figura ealla sua opera. Secondo l’autore della missiva, <strong>Schliemann</strong>“per mezzo dei suoi scavi porte certamente allaluce importanti reperti, ma è necessario che cessil’emozione sociale nei suoi confronti. La straordinariagara dei giornali nel descriverlo come un gr<strong>and</strong>e filelleno,come ispirato ammiratore di Omero e benefattoredella Grecia, è eccessiva ed adulativa. Egli nonfece nulla per la Nazione Ellenica cosd da poter essereconsiderato un filoelleno; fu invece un opportunista esfrutte le debolezze del popolo Greco. Regale, infatti,la collezione dei reperti provenienti dagli scavi diTroia alla nazione tedesca, ricevendone in cambio iltitolo di Cittadino Benemerito della città di Berlino.Pubblice le relazioni sugli scavi di Micene e Tirintograzie alla moglie, che le consegnava ai giornali greci,ricevendone in cambio lauti compensi. Ed inoltre lamaggior parte delle sue interpretazioni erano errate.Per condurre la campagna di scavi a Micene e Tirinto,spese circa 36.000 franchi, guadagn<strong>and</strong>one inseguito più di 500.000 dalle sole pubblicazioni. Noncomplete gli scavi, con grave danno per tutti, noncostrud in quei luoghi dei musei e non lastrice nemmenouna strada. Quindi, non fece nulla di particolarmenteconsiderevole per la Nazione Greca, dallaquale ottenne invece guadagni di milioni, gloria eonori”.Oggi sappiamo che, in effetti, <strong>Schliemann</strong> diede13.000 dracme alla Società Archeologica per lademolizione della Torre Veneziana sull’Acropoli epropose la costruzione del museo in suo nome. Perquanto concerne invece i reperti provenienti dagliscavi da lui compiuti in Grecia, in realtà vennero dalui offerti allo Stato greco come dono da concedersidopo la sua morte. Ma il rifiuto dell’allora MinistroValassopoulos, fece sd che tali preziose collezionivenissero infine donate ai Musei di Berlino. 3 Va dettoche egli lascie allo Stato Greco la sua dimora ateniese,un vero e proprio gioiello architettonico, oltre a “l’immensotesoro di reperti archeologici in oro puro”, rinvenutisull’Acropoli di Micene. Di questi, in tonodavvero profetico, aveva scritto a Re Giorgio I in unsuo famoso telegramma da Micene datato 16/28 settembre1876: “Questo tesoro è sufficiente da solo ariempire un gran Museo, che sarà il più illustre ditutti quelli che vi sono al mondo e che per tutti i secoliventuri attirerà in Grecia innumerevoli visitatori datutti i paesi del mondo (…). Mi auguro, Maestà, checon l’aiuto di Dio tali tesori diventino la pietra angolaredi un’immensa ricchezza”. 4Torn<strong>and</strong>o alla lettera anonima pubblicata suKairoi, nonostante le accuse e le critiche, lo “storico”autore della stessa conclude dicendo che gli scavi di<strong>Schliemann</strong> portarono comunque dei vantaggiall’archeologia greca. Egli descrive l’archeologotedesco come un uomo giusto, onesto e cortese, purritenendo esagerato che venisse considerato ungr<strong>and</strong>e filelleno e che la sua memoria venisse servilmenteesaltata dai Greci.Tutte queste testimonianze, seppure contraddittoriee in alcuni casi venate da una punta di invidiatutta umana, testimoniano come i Greci non avesseroaffatto dimenticato gli aiuti che i filelleni europei avevanodato alla lotta per la libertà del loro Paese, sacrific<strong>and</strong>ospesso la loro stessa vita per un paese stranieroe tutto sommato lontano. A questo si aggiungaanche il sostegno fornito sia a livello politico che diplomaticoda quanti volevano la ricostituzione di una3. Korres, G.S., 1977. Aναδροµαί εις τον Nεοκλασσικισµόν(Atene), pp. 151-153.4. Eφηµερίς 20.11.1876/2.12.1876, no. 325, p. 2.

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