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Algebre di Lie semisemplici, sistemi di radici e loro classificazione

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4 CAPITOLO 1. RICHIAMI DI ALGEBRA LINEARE<br />

−(λ1 + ... + λn−1)(λ n−1 ) − (λn)(λ n−1 ) = −(λ1 + ... + λn)(λ n−1 ) dato che il polinomio considerato é<br />

ovviamente monico.<br />

Una conseguenza <strong>di</strong> quanto appena <strong>di</strong>mostrato é che ogni endomorfismo nilpotente ha traccia nulla.<br />

Proposizione 1.1.2. Sia V uno spazio vettoriale e f, g due suoi endomorfismi nilpotenti che com-<br />

mutano. Allora anche ogni <strong>loro</strong> combinazione lineare é nilpotente.<br />

1.2 Decomposizione <strong>di</strong> Jordan-Chevalley<br />

Sia V un F -spazio vettoriale <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione n ed f : V → V un endomorfismo <strong>di</strong> V .<br />

Dato un polinomio p(T ) ∈ F [T ] (ossia un polinomio in una indeterminata T e a coefficienti in F ) pos-<br />

siamo calcolare p(f) ottenendo ancora un endomorfismo <strong>di</strong> V . Infatti p(f) é una combinazione lineare,<br />

a coefficienti in F , <strong>di</strong> composizioni <strong>di</strong> f : queste composizioni sono endomorfismi e la combinazione<br />

lineare <strong>di</strong> essi é un endomorfismo ricordando la struttura <strong>di</strong> spazio vettoriale <strong>di</strong> End(V ).<br />

Dato che <strong>di</strong>m(End(V )) = n 2 , se scegliamo k ≥ n 2 i k + 1 endomorfismi idV , f, f 2 , ..., f k sono linear-<br />

mente <strong>di</strong>pendenti e quin<strong>di</strong> esiste una <strong>loro</strong> combinazione lineare con coefficienti non tutti nulli uguale<br />

all’endomorfismo nullo :<br />

a0f k + a1f k−1 + a2f k−2 + ... + ak−1f + ak(idV ) = 0 con (a0, a1, ..., ak) = (0, 0, ..., 0) (1.13)<br />

In altre parole, esiste un polinomio non nullo, p(T ) ∈ F [T ], tale che p(f) = 0.<br />

Osserviamo che, nel sostituire T con f si deve moltiplicare il termine noto del polinomio per l’endo-<br />

morfismo identico.<br />

A meno <strong>di</strong> moltiplicare p(T ) per uno scalare non nullo (il coefficiente del termine <strong>di</strong> grado massimo,<br />

che é ovviamente non nullo : non tutti i termini possono avere coefficienti uguale a zero altrimenti<br />

il polinomio, contrariamente a quanto detto, sarebbe quello nullo) possiamo assumere che p(T ) sia<br />

monico, ossia il coefficiente del suo termine <strong>di</strong> grado massimo sia 1. Per cui :<br />

p(T ) = T h + a1T h−1 + ... + ah<br />

(1.14)<br />

Tra tutti i polinomi monici (dunque non nulli) <strong>di</strong> F [T ] che restituiscono l’endomorfismo nullo se<br />

sostituiamo f a T , consideriamo quello <strong>di</strong> grado minimo (quanto osservato nelle righe precedenti ci<br />

<strong>di</strong>ce che almeno un polinomio del tipo detto esiste). Tale polinomio é unico poiché se, per assurdo, ne<br />

esistessero due :<br />

p(T ) = T h + a1T h−1 + ... + ah ; q(T ) = T h + b1T h−1 + ... + bh (1.15)<br />

allora r(T ) = p(T ) − q(T ) ha grado strettamente minore <strong>di</strong> p(T ) e q(T ) (poiché facendo la <strong>di</strong>fferenza<br />

fra i due polinomi i termini <strong>di</strong> grado h sia annullano avendo entrambi coefficiente uguale ad 1) e

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