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Algebre di Lie semisemplici, sistemi di radici e loro classificazione

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108 CAPITOLO 5. TEOREMA DI CLASSIFICAZIONE<br />

il punto 4, ad ɛ1, ɛ2 e ad uno dei vertici “interme<strong>di</strong>” delle catene semplici)e dunque abbiamo concluso.<br />

Se invece i vertici sono più <strong>di</strong> 5 deve comunque esistere un quinto vertice ɛ5 connesso ad uno dei primi<br />

4. Se è connesso con doppio filo lo sarà con l’ultimo vertice delle catene semplici e anche in questo caso<br />

abbiamo concluso. Se invece è legato con un solo filo allora deve ugualmente essere necessariamente<br />

con l’ultimo vertice <strong>di</strong> una delle catene : non può essere legato ad ɛ1 ed ɛ2, ma neanche ad uno dei<br />

vertici interme<strong>di</strong> delle catene semplici altrimenti si crea un nodo<br />

e rica<strong>di</strong>amo nel sottografico<br />

vietato dal punto 7. Iterando il ragionamento, dato che i vertici <strong>di</strong> Γ sono finiti, dobbiamo neces-<br />

sariamente arrivare, con una delle due catene semplici, alla seconda coppia unita da due fili (ad essere<br />

precisi arriviamo ad uno dei vertici della coppia a cui poi l’altro vertice si lega con due fili). Abbiamo<br />

<strong>di</strong>mostrato quanto volevamo, ma il sottografico che deve contenere Γ è vietato dal passo 7 dunque Γ<br />

ammette al massimo una coppia <strong>di</strong> vertici legati da 2 fili.<br />

Se Γ ha una coppia <strong>di</strong> vertici legati da 2 fili non può avere un nodo. Come prima, supponiamo che Γ<br />

contenga un nodo e partiamo dalla coppia <strong>di</strong> vertici, ɛ1 e ɛ2, legati da 2 fili. Uno <strong>di</strong> essi (supponiamo<br />

ɛ2) deve esere legato con un filo ad un terzo vertice ɛ3 dato che Γ è connesso e contiene perlomeno 5<br />

vertici per l’ipotesi fatta. Se ɛ3 è uno dei vertici del nodo abbiamo concluso. Altrimenti proce<strong>di</strong>amo<br />

prendendo un quarto vertice ɛ4 a cui i primi tre vertici sono collegati (deve succedere altrimenti Γ non<br />

sarebbe connesso). Esso può essere legato con un filo a ɛ1 o ɛ3. Se ɛ4 è uno dei vertici del nodo ci<br />

fermiamo altrimenti an<strong>di</strong>amo avanti osservando che alla fine <strong>di</strong> questo passaggio possiamo avere due<br />

catene semplici (una con primo vertice ɛ1 e l’altra con primo vertice ɛ2) oppure una catena semplice<br />

(con primo vertice in ɛ1 oppure in ɛ2). Sempre per la connessione <strong>di</strong> Γ deve esistere un quinto vertice<br />

ɛ5 connesso ad uno dei primi 4. Esso è legato con un solo filo con l’ultimo vertice <strong>di</strong> una delle catene<br />

semplici : non può essere legato ad ɛ1 ed ɛ2, ma neanche ad uno dei vertici interme<strong>di</strong> delle catene<br />

semplici altrimenti si crea un nodo, situazione vietata dal passo 7. Iterando il ragionamento, dato<br />

che i vertici <strong>di</strong> Γ sono finiti, con una delle due catene semplici arriviamo ad uno dei vertici del nodo.<br />

Rica<strong>di</strong>amo allora nel sottografico :

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