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Algebre di Lie semisemplici, sistemi di radici e loro classificazione

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116 CAPITOLO 5. TEOREMA DI CLASSIFICAZIONE<br />

quin<strong>di</strong> l’immagine <strong>di</strong> β è ancora un elemento <strong>di</strong> Φ dato che j = h. Se invece gli ɛi <strong>di</strong> α e β hanno<br />

segno opposto, allora < α, β >= −1 ed otteniamo :<br />

∓ ɛi ± ɛh− < ∓ɛi ± ɛh, ±ɛi ± ɛj > (±ɛi ± ɛj) = ∓ɛi ± ɛh ± ɛi ± ɛj = ±ɛh ± ɛj<br />

(5.34)<br />

ossia l’immagine <strong>di</strong> β appartiene ancora a Φ. Infine potremmo avere i = k e j = h (il caso i = h e<br />

j = k è analogo). Questa volta le possibilità sono 3. La prima è quella nella quale ɛi e ɛj hanno in α<br />

e β entrambi lo stesso segno. Si ha < α, β >= 2 e quin<strong>di</strong> (β, α) = −2, da cui segue che l’immagine<br />

<strong>di</strong> β è −β. La seconda possibilità è che gli ɛi compaiano in α e β con segni uguali e gli ɛj con segni<br />

opposti (o viceversa, la situazione è analoga). Allora abbiamo che il prodotto scalare < α, β > è nullo<br />

e dunque β viene mandato in se stesso. L’ultima possibilità è che sia ɛi che ɛj compaiano in α e β con<br />

segno opposto. Allora (β, α) = 2 e accade quanto visto nella prima possibilità.<br />

Dunque abbiamo verficato che σα(β) è ancora un vettore <strong>di</strong> Φ ed inoltre (β, α) è un intero comunque<br />

si scelgano α e β nell’insieme Φ.<br />

Consideriamo ora il sottoinsieme ∆ <strong>di</strong> Φ, costituito dai p vettori ɛ1 − ɛ2, ɛ2 − ɛ3, . . . , ɛp−1 − ɛp, ɛp.<br />

Pren<strong>di</strong>amo una <strong>loro</strong> combinazione lineare che ci <strong>di</strong>a il vettore nullo :<br />

a1(ɛ1 − ɛ2) + a2(ɛ2 − ɛ3) + · · · + ap−1(ɛp−1 − ɛp) + ap(ɛp) =<br />

a1ɛ1 + (a2 − a1)ɛ2 + · · · + (ap−1 − ap−2)ɛp−1 + (ap − ap−1)ɛp = 0<br />

Per l’in<strong>di</strong>pendenza dei vettori ɛ1, . . . , ɛp, tutti i coefficienti della combinazione lineare sono nulli. Par-<br />

tendo dal primo otteniamo a1 = 0, a2 = 0, . . . , ap−2 = 0, ap−1 = 0, ap = 0. Quin<strong>di</strong> i vettori <strong>di</strong> ∆ sono<br />

in<strong>di</strong>pendenti ed essi costituiscono una base <strong>di</strong> E. Come preannunciato, questo mostra che Φ è un<br />

sistema <strong>di</strong> generatori <strong>di</strong> E : grazie alle caratteristiche <strong>di</strong> Φ viste sopra possiamo concludere che Φ è<br />

un sistema <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> E.<br />

Vogliamo capire se ∆ è una base <strong>di</strong> Φ. Consideriamo una ra<strong>di</strong>ce della forma ɛi. Allora abbiamo<br />

ɛi = (ɛi − ɛi+1) + · · · + (ɛp−1 − ɛp) + ɛp. Di conseguenza un vettore della forma ɛi + ɛj si scrive<br />

ugualmente come somma <strong>di</strong> elementi della base. Rimangono i vettori della forma ɛi − ɛj. Possiamo<br />

supporre, senza ledere la generalità, che i sia minore <strong>di</strong> j (in caso contrario ne consideriamo l’oposto).<br />

Ciò rende evidente che : ɛi − ɛj = (ɛi − ɛi+1) + · · · + (ɛj−1 − ɛj).<br />

La ra<strong>di</strong>ce semplice ɛ1 − ɛ2 è ortogonale a tutti le altre ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> ∆ tranne ɛ2 − ɛ3 e si ha :<br />

(ɛ1 − ɛ2, ɛ2 − ɛ3)(ɛ2 − ɛ3, ɛ1 − ɛ2) = 1 (5.35)<br />

Il vettore ɛp è ortogonale a tutte le ra<strong>di</strong>ci semplici tranne ɛp−1 − ɛp e abbiamo :<br />

(ɛp, ɛp−1 − ɛp)(ɛp−1 − ɛp, ɛp) = 2 (5.36)<br />

Infine la ra<strong>di</strong>ce semplice ɛi − ɛi+1 (con i = 1) è ortogonale a tutti le altre ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> ∆ tranne ɛi−1 − ɛi<br />

e ɛi+i − ɛi+2 per le quali otteniamo :<br />

(ɛi−1 − ɛi, ɛi − ɛi+1)(ɛi − ɛi+1, ɛi−1 − ɛi) = 1 (5.37)

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