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Algebre di Lie semisemplici, sistemi di radici e loro classificazione

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4.5. BASI DI SISTEMI DI RADICI 81<br />

Teorema 4.5.4. Sia Φ un sistema <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ci in uno spazio euclideo E <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione n e γ ∈ E un<br />

elemento regolare.<br />

Allora l’insieme ∆(γ) composto dalle ra<strong>di</strong>ci non decomponibili <strong>di</strong> Φ + (γ) è una base <strong>di</strong> Φ ed inoltre<br />

ogni base si ottiene in questo modo.<br />

Dimostrazione. Proce<strong>di</strong>amo per passi.<br />

(1) Cominciamo col mostrare che ogni ra<strong>di</strong>ce contenuta in Φ + (γ) è una combinazione lineare degli<br />

elementi <strong>di</strong> ∆(γ) me<strong>di</strong>ante coefficienti interi non negativi. Supponiamo per assurdo che qualche ra<strong>di</strong>ce<br />

non abbia la forma detta ; fra esse scegliamo la ra<strong>di</strong>ce α per la quale risulta minimo il prodotto scalare<br />

< α, γ > (dato che le ra<strong>di</strong>ci sono in numero finito questo miminimo esiste sicuramente). Ovviamente α<br />

è decomponibile (se non fosse decomponibile apparterrebbe a ∆(γ) e si scriverebbe come combinazione<br />

lineare degli elementi <strong>di</strong> ∆(γ) con un coefficiente unitario e gli altri nulli) per cui :<br />

α = β1 + β2<br />

(4.73)<br />

con β1, β2 ∈ Φ + (γ). Almeno uno fra β1 e β2 deve, necessariamente, non potersi scrivere come combi-<br />

nazione lineare con coefficienti interi non negativi degli elementi <strong>di</strong> ∆(γ) altrimenti anche α potrebbe<br />

scriversi in questa forma. Ne consegue che < γ, α > = < γ, β1 > + < γ, β2 > è somma <strong>di</strong> adden<strong>di</strong> pos-<br />

itivi, più piccoli <strong>di</strong> < γ, α >. Ciò contrad<strong>di</strong>ce la minimalità <strong>di</strong> α, quin<strong>di</strong> α deve potersi scrivere nella<br />

forma detta. Iterando il ragionamento (risaliamo nella sequenza crescente dei < γ, α >) otteniamo<br />

quanto volevamo <strong>di</strong>mostrare.<br />

(2) Se α, β ∈ Φ + (γ) sono ra<strong>di</strong>ci non decomponibili, allora < α, β > ≤ 0 a meno che non si abbia α = β<br />

(in questo caso il prodotto scalare è positivo). Se così non fosse, per il Lemma 4.4.1, avremmo che<br />

α−β è una ra<strong>di</strong>ce. Allora una fra α−β e β −α è contenuta in Φ + (γ). Se è α−β ad essere contenuta in<br />

Φ + (γ) si ha α = β +(α−β) e quin<strong>di</strong> α sarebbe decomponibile ; nell’altro caso avremmo β = α+(β−α)<br />

con β decomponibile. In entrambe le possibilità abbiamo ottenuto un assurdo. (3) L’insieme ∆(γ) è<br />

costituito da vettori linearmente in<strong>di</strong>pendenti. Consideriamo una combinazione lineare <strong>di</strong> vettori <strong>di</strong><br />

∆(γ) che sia uguale al vettore nullo :<br />

<br />

α∈∆(γ)<br />

Separando i coefficienti positivi da quelli negativi scriviamo<br />

chiamando ɛ questi due vettori uguali. Allora :<br />

rαα = 0 (4.74)<br />

<br />

sαα = <br />

tββ (4.75)<br />

α<br />

β<br />

< ɛ, ɛ >=< <br />

sαα, <br />

tββ >= <br />

sαtβ < α, β >≤ 0 (4.76)<br />

α<br />

β<br />

α,β

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