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Algebre di Lie semisemplici, sistemi di radici e loro classificazione

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4.10. COMPONENTI IRRIDUCIBILI 97<br />

β ∈ Ei e gli associa :<br />

β − (β, α)(α, α)α ∈ Ei<br />

(4.91)<br />

e dunque è semplicemente la restrizione ad Ei <strong>di</strong> σα Allora se anche β appartiene a Φi, abbiamo che<br />

σ ′ α(β) è una ra<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Φ appartenente ad Ei, dunque contenuta in Φi. Perciò Φi sod<strong>di</strong>sfa anche le<br />

con<strong>di</strong>zioni R2 e R4. Possiamo allora concludere che esso è un sistema <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Ei.<br />

Il gruppo <strong>di</strong> Weyl <strong>di</strong> Φi, che denotiamo con Wi, è costituito dalle restrizioni ad Ei degli automorfismi<br />

<strong>di</strong> W generati dalle riflessioni associate ad elementi <strong>di</strong> Φi.<br />

Ogni elemento σ ∈ W manda Ei in sè stesso. Ci basta <strong>di</strong>mostrare che quanto detto è verificato per<br />

le riflessioni associate alle ra<strong>di</strong>ci semplici <strong>di</strong> Φ, dato che esse generano W . Sia β una ra<strong>di</strong>ce semplice<br />

e α un vettori <strong>di</strong> ∆i. Se β ∈ ∆i è ovvio che σβ(α) è contenuto in Ei e quin<strong>di</strong> che σβ manda Ei in se<br />

stesso. Se invece β non appartiene a ∆i allora abbiamo :<br />

ossia σβ ristretta a Ei è l’identità.<br />

σβ(α) = α − (α, β)β = α (4.92)<br />

Quanto appena <strong>di</strong>mostrato fa si che le riflessioni associate ad ogni ra<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Φ man<strong>di</strong>no Ei in Ei al<br />

variare <strong>di</strong> i in {1, . . . , t}. Per concludere il ragionamento ci è utile il seguente risultato generale : se<br />

E ′ è un sottospazio dello spazio euclideo E e la riflessione σα (con α elemento non nullo <strong>di</strong> E) manda<br />

E ′ in E ′ allora α ∈ E ′ oppure E ′ ⊂ Pα. Infatti, dato β ∈ E ′ abbiamo :<br />

σα(β) = β − (β, α)α = γ ∈ E ′<br />

⇒ β − γ = (β, α)α ∈ E ′<br />

(4.93)<br />

Allora possiamo avere α ∈ E ′ mentre,se α non è un vettore <strong>di</strong> E ′ , (β, α)α deve necessariamente essere<br />

il vettore nullo e quin<strong>di</strong>, dato che β lo abbiamo scelto in modo arbitrario, abbiamo (β, α) = 0 per ogni<br />

β ∈ E ′ da cui consegue E ′ ⊂ Pα.<br />

Se α è una ra<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Φ, dato che σα(Ei) = Ei per ogni i ∈ {1, . . . , t} e non tutti gli Ei possono essere<br />

contenuti in Pα (altrimenti avremmo l’assurdo E ⊂ Pα), α deve essere contenuta in uno degli Ei.<br />

Dunque possiamo concludere che Φ = Φ1 ∪ Φ2 ∪ · · · ∪ Φt.

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