Algebre di Lie semisemplici, sistemi di radici e loro classificazione
Algebre di Lie semisemplici, sistemi di radici e loro classificazione
Algebre di Lie semisemplici, sistemi di radici e loro classificazione
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
3.6. SOTTOALGEBRE TOROIDALI E DECOMPOSIZIONE DI CARTAN 51<br />
mentre il passo 2 ci <strong>di</strong>ce che xs appartiene ad H. Dunque k(h, x) = k(h, xs+xn) = k(h, xs)+k(h, xn) =<br />
0+0 = 0. Ne consegue k(h, C) = 0. Ma k ristretta a C é non degenere e quin<strong>di</strong>, essendo h un elemento<br />
<strong>di</strong> C, si ottiene h = 0.<br />
(4) In questo passo verificheremo che C é nilpotente.<br />
Se x ∈ C é semisemplice, per il passo 2 sappiamo che esso é contenuto in H ed inoltre :<br />
adC x = 0 (3.66)<br />
dunque x é nilpotente. Viceversa, se il vettore x ∈ C é nilpotente allora adL x é nilpotente e dunque<br />
pure adC x lo é. Infatti adC x é la restrizione a C <strong>di</strong> adL x il quale manda C in se (dato che C é una<br />
sottoalgebra <strong>di</strong> L) e quin<strong>di</strong> :<br />
(adL x) k = 0 ⇒ (adC x) k = (adL x |C) k = 0 (3.67)<br />
Sia poi x un arbitrario vettore <strong>di</strong> C, allora la sua decomposizione <strong>di</strong> Jordan astratta é x = xs + xn.<br />
Per il passo 1 sia xs che xn appartengono a C e dunque :<br />
adC x = adC xs + adC xn ; [adC xs, adC xn] = adC [xs, xn] = 0 (3.68)<br />
in quanto [xs, xc] = 0 poiché xs sta in H.<br />
La somma <strong>di</strong> endomorfismi nilpotenti che commutano é ancora nilpotente. Per il teorema <strong>di</strong> Engel, C<br />
é nilpotente.<br />
Precisiamo che gli elementi <strong>di</strong> C sono adC-nilpotenti, non é detto siano adL-nilpotenti.<br />
(5) Mostriamo che H ∩ [C, C] = {0}. Sappiamo che [H, C] = 0 ed inoltre, per l’associtivitá della forma<br />
<strong>di</strong> Killing k si ha :<br />
k(H, [C, C]) = k([H, C], C) = 0 (3.69)<br />
Allora, se h ∈ H ∪ [C, C], dall’ultima relazione segue k(H, h) = 0. Per il passo 3 deduciamo h = 0.<br />
(6) Verifichiamo che C é abeliana.<br />
Supponiamo per assurdo che C non sia abeliana, dunque [C, C] = 0. Nel punto 4 abbiamo visto che<br />
C é nilpotente e quin<strong>di</strong>, applicando il Lemma 4.5.4 si ha Z(C) ∩ [C, C] = 0. Sia z un elemento non<br />
nullo dell’intersezione : esso non puó essere semisemplice altrimenti apparterrebbe ad H (passo 2)<br />
mentre per il passo precedente sappiamo H ∩ [C, C] = {0}. Allora la parte nilpotente <strong>di</strong> z é non<br />
nulla, appartiene a C e quin<strong>di</strong> a Z(C). Se x é un generico elemento <strong>di</strong> C si ha [x, n] = 0, perció<br />
ad([x, n]) = [ad x, ad n] = 0. Dunque ad x e ad n commutano : dato che ad n é nilpotente anche<br />
ad x ◦ ad n lo é. Quin<strong>di</strong> tr(ad x ◦ ad n) = 0 = k(x, n). Per l’arbitrarietá <strong>di</strong> x segue k(n, C) = 0, che<br />
contrad<strong>di</strong>ce la Proposizione 3.6.2.<br />
(7) Conclu<strong>di</strong>amo supponendo per assurdo che C sia <strong>di</strong>verso da H, e quin<strong>di</strong> C non sia contenuto in<br />
H (in quanto H ⊆ C). Questo implica, per il passo 2, che non tutti gli elementi <strong>di</strong> C possono essere