Algebre di Lie semisemplici, sistemi di radici e loro classificazione
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3.6. SOTTOALGEBRE TOROIDALI E DECOMPOSIZIONE DI CARTAN 53<br />
degenere. Supponiamo φ(h1) = φ(h2), dunque queste due forme lineari agiscono allo stesso modo su<br />
ogni vettore z ∈ H. Pertanto :<br />
k(h1, z) = h(h2, z) ⇔ k(h1, z) − k(h2, z) = 0 ⇔ k(h1 − h2, z) = 0 ∀z ∈ H<br />
e quin<strong>di</strong>, per quanto detto su k, segue h1 − h2 = 0 ossia h1 = h2.<br />
(3.71)<br />
Grazie all’isomorfismo φ, ad ogni ra<strong>di</strong>ce α ∈ Φ rimane associato un unico elemento tα ∈ H tale che :<br />
k(tα, z) = α(z) ∀z ∈ H (3.72)<br />
Lemma 3.6.6. Sia α una ra<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> L relativa ad H. Se x ∈ Lα e y ∈ L−α allora [x, y] = k(x, y)tα.<br />
In particolare hα = [eα, fα] ∈ Span{tα}<br />
Se α ∈ Φ, possiamo considerare L come un sl(α)-modulo. Dato a ∈ sl(α) e y ∈ L poniamo :<br />
a.y = (ad a)(y) = [a, y] (3.73)<br />
Quanto definito verifica le con<strong>di</strong>zioni M1 e M2 per la bilinearitá del commutatore ed inoltre, se b é un<br />
secondo elemento <strong>di</strong> sl(α), per l’idenitá <strong>di</strong> Jacobi abbiamo :<br />
[a, b].y = [[a, b], y] = −[y, [a, b]] = [a, [b, y]] + [b, [y, a]] = [a, [b, y]] − [b, [a, y]] = a.(b.y) − b.(a.y) (3.74)<br />
ossia anche la con<strong>di</strong>zione M3 risulta sod<strong>di</strong>sfatta.<br />
Dalla definizione <strong>di</strong> sottomodulo segue che gli sl(α)-sottomoduli <strong>di</strong> L sono i sottospazi vettoriali M<br />
<strong>di</strong> L tali che [s, m] ∈ M per ogni s ∈ sl(α) e m ∈ M. Ovviamente é sufficiente verificare che questo<br />
accade quando s é un elemento della base {eα, fα, hα} <strong>di</strong> sl(α).<br />
Da questo momento in poi supponiamo che il campo F sia il campo dei complessi C. Questo fa-<br />
ciliterá la trattazione, permettendoci <strong>di</strong> arrivare per via <strong>di</strong>retta a quanto prefissato, ossia associare<br />
ad un’algebra <strong>di</strong> <strong>Lie</strong> semisemplice un sistema <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ci (la definizione <strong>di</strong> sistema <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ci la vedremo<br />
solo nel capitolo 4). Tutti i risultati che seguono valgono per una campo F (algebricamente chiuso e<br />
con caratteristica nulla) generico, ma in questo caso avremmo bisogno <strong>di</strong> un passaggio interme<strong>di</strong>o non<br />
banale che fa uso del prodotto tensoriale (per i dettagli si veda [3], da pagina 35 a pagina 40).<br />
Lemma 3.6.7. Se M é un sl(α)-sottomodulo <strong>di</strong> L, allora hα, agendo su M, ha autovalori interi.<br />
Proposizione 3.6.8. Sia α una ra<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> L relativa ad H. Allora Lα e L−α hanno <strong>di</strong>mensione 1.<br />
Inoltre, gli unici multipli <strong>di</strong> α (elementi della forma a α, con a scalare <strong>di</strong> F = C) che appartengono a<br />
Φ sono ±α.