Algebre di Lie semisemplici, sistemi di radici e loro classificazione
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60 CAPITOLO 4. SISTEMI DI RADICI<br />
con h, k non nulli in quanto il caso a = 0 è escluso dalla con<strong>di</strong>zione R1.<br />
Ne consegue che a = h<br />
2<br />
e perciò 1<br />
a<br />
2<br />
1<br />
= h . Dunque, per la relazione a<br />
k<br />
2<br />
= 2 , deduciamo h<br />
= k<br />
2 e<br />
quin<strong>di</strong> k = 4<br />
h . Dovendo essere k intero, le uniche possibilità sono h = {±1, ±2, ±4} da cui segue<br />
k = {±4, ±2, ±1}. Allora da a = h<br />
2<br />
ricava partendo da a = 2<br />
k ).<br />
1<br />
ricaviamo che a appartiene all’insieme {± 2 , ±1, ±2} (lo stesso si<br />
Questo risultato conduce ad un’osservazione : dato un sistema <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ci Φ in E e una sua ra<strong>di</strong>ce α,<br />
dalla con<strong>di</strong>zione R3 ricaviamo che σα(α) = −α è ancora una ra<strong>di</strong>ce. Con la con<strong>di</strong>zione R2 imponi-<br />
amo una con<strong>di</strong>zione più forte : α, −α sono ra<strong>di</strong>ci e in più esse sono gli unici multipli <strong>di</strong> α contenuti in Φ.<br />
Osservazione : Talvolta, in letterattura, la con<strong>di</strong>zione R2 viene omessa e quello che noi abbiamo<br />
chiamato sistema <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ci viene chiamato sistema <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ci ridotto. Esistono esempi <strong>di</strong> <strong>sistemi</strong> <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>-<br />
ci non ridotti che contengono α e 2α come ra<strong>di</strong>ci, il chè comporta che R2 è in<strong>di</strong>pendente da R1, R3, R4.<br />
Se al prodotto scalare definito in E sostituiamo un suo multiplo con fattore positivo a ∈ R (si<br />
verifica banalmente che quello che si ottiene è ancora un prodotto scalare), allora un sistema <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ci<br />
continua a rimanere tale. Infatti le con<strong>di</strong>zioni R1 e R2 restano verificate ed inoltre, date due ra<strong>di</strong>ci<br />
α, β abbiamo:<br />
a < α, β > α, β ><br />
(α, β) = 2 = 2< ∈ Z<br />
a < β, β > < β, β ><br />
(4.16)<br />
a < α, β ><br />
α, β ><br />
σα(β) = β − 2 α = β − 2<<br />
a < β, β > < β, β > α ∈ Φ ⇒ σα(Φ) = Φ (4.17)<br />
per l’ipotesi che Φ è un sistema <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ci con il “vecchio” prodotto scalare.<br />
Preso un generico spazio vettoriale E, denotiamo con GL(E) l’insieme <strong>di</strong> tutti i suoi automorfismi.<br />
Tale insieme è dotato della struttura <strong>di</strong> gruppo dalla composizione funzionale : la composizione <strong>di</strong><br />
due elementi <strong>di</strong> GL(E) è ancora un automorfismo <strong>di</strong> E, l’identità è un automorfismo <strong>di</strong> E come pure<br />
l’inversa <strong>di</strong> un elemento <strong>di</strong> GL(E). Infine la composizione funzionale è sempre associativa.<br />
Dato un sistema <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ci Φ nello spazio euclideo E chiamiamo gruppo <strong>di</strong> Weyl <strong>di</strong> Φ, e lo denotiamo<br />
con W , il sottogruppo <strong>di</strong> GL(E) generato dalle riflessioni σα, al variare <strong>di</strong> α in Φ.<br />
Ognuna delle riflessioni σα dette manda Φ in Φ e quin<strong>di</strong> ogni elemento <strong>di</strong> W , essendo la composizione<br />
<strong>di</strong> un numero finito <strong>di</strong> tali riflessioni, manda Φ in Φ, cioè lo permuta. Poichè Φ genera E, un auto-<br />
morfismo <strong>di</strong> E risulta completamente determinato quando conosciamo come agisce su Φ e ciò consente<br />
<strong>di</strong> identificare W con un sottogruppo del gruppo delle permutazioni <strong>di</strong> Φ. Infatti possiamo creare<br />
un’applicazione fra W e il gruppo delle permutazione <strong>di</strong> Φ la quale, ad ogni elemento <strong>di</strong> W , associ la<br />
sua restrizione a Φ. Ovviamente questa applicazione è un omomorfismo <strong>di</strong> gruppi ed inoltre è iniet-<br />
tiva per la caratterizzazione degli automorfismi attraverso la <strong>loro</strong> azione su Φ. Dunque W può essere<br />
identificato con l’immagine <strong>di</strong> tale applicazione. Da ciò consegue che il gruppo <strong>di</strong> Weyl è costituito da