Algebre di Lie semisemplici, sistemi di radici e loro classificazione
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114 CAPITOLO 5. TEOREMA DI CLASSIFICAZIONE<br />
del vettore detto) allora esso si scrive come (ɛi − ɛi+1) + (ɛi+1 − ɛi+2) + · · · + (ɛj−1 − ɛj), ossia con<br />
tutti i coefficienti uguali ad 1. Conclu<strong>di</strong>amo stu<strong>di</strong>ando il <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> Dynkin <strong>di</strong> Φ. Prima <strong>di</strong> tutto<br />
osserviamo che tutte le ra<strong>di</strong>ci hanno la stessa norma (ossia ra<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> 2) e quin<strong>di</strong> due vertici sono legati<br />
da un filo oppure scollegati.<br />
Abbiamo già osservato che (ɛk − ɛh, ɛi − ɛj) =< ɛk − ɛh, ɛi − ɛj > e dunque ci basta calcolare i prodotti<br />
scalari. Partiamo da ɛ1 − ɛ2 e moltiplichiamolo scalarmente per ɛi − ɛi+1 (con i = 1) : il prodotto<br />
scalare vale −1 solo nel caso in cui i sia uguale a 2 in tutti gli altri casi è nullo. Pren<strong>di</strong>amo poi<br />
ɛp − ɛp+1 e lo moltiplichiamo scalarmente per ɛi − ɛi+1 con i = p : il prodotto scalare vale −1 solo<br />
nel caso in cui i sia uguale a p − 1, in tutti gli altri casi è nullo. Infine, dato un vettore ɛi − ɛi+1<br />
con i <strong>di</strong>verso da 1 e p, il suo prodotto scalare per ɛj − ɛj+1 (con j = i) vale −1 solo per i = j + 1 e<br />
per i + 1 = j, negli altri casi è nullo. Ossia il prodotto scalare vale -1 solo per ɛj − ɛj+1 = ɛi−1 − ɛi<br />
e ɛj − ɛj+1 = ɛi+1 − ɛi+2 ossia solo per le ra<strong>di</strong>ci semplici che lo seguono e lo precedono. Per quanto<br />
detto risulta evidente che la matrice <strong>di</strong> Cartan <strong>di</strong> Φ è Ap e quin<strong>di</strong> pure il suo <strong>di</strong>gramma <strong>di</strong> Dynkin<br />
è il <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> Dynkin Ap (la matrice <strong>di</strong> Cartan determina completamente il <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> Dynkin).<br />
(Bp e Cp) Sia E lo spazio euclideo R n e Φ l’insieme così definito :<br />
Vogliamo capire se Φ è un sistema <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> E.<br />
Per prima cosa tentiamo <strong>di</strong> capire da quali vettori è composto.<br />
Φ = {α ∈ I |< α, α >= 1 oppure 2} (5.29)<br />
Consideriamo un vettore α ∈ Φ : esso è della forma p<br />
i=1 aiɛi, con gli ai numeri interi. Se α ha norma<br />
unitaria allora è tale da verificare la con<strong>di</strong>zione :<br />
< α, α >=<br />
n<br />
(ai) 2 = 1 (5.30)<br />
Se un intero è <strong>di</strong>verso da 1 o da 0, allora il suo quadrato è maggiore o uguale a 4. Avendo una somma<br />
<strong>di</strong> quadrati, gli (ai) 2 devono essere o nulli o uguali ad uno. Per essere più precisi uno degli (ai) 2 è<br />
uguale ad 1, gli altri sono nulli. Quin<strong>di</strong> i vettori <strong>di</strong> Φ aventi norma unitaria sono tutti e soli quelli<br />
della forma ±ɛi al variare <strong>di</strong> i in {1, . . . , p}.<br />
Se α ha norma al quadrato uguale a 2 allora deve verificare la con<strong>di</strong>zione :<br />
< α, α >=<br />
i=1<br />
n<br />
(ai) 2 = 2 (5.31)<br />
Ragionando come prima deduciamo che due <strong>di</strong>versi interi, ai e aj, hanno quadrato uguale ad 1 mentre<br />
tutti gli altri sono nulli. I vettori <strong>di</strong> Φ aventi norma uguale √ 2 sono della forma ±ɛi ± ɛj, con gli<br />
in<strong>di</strong>ci i = j che variano nell’insieme {1, . . . , p} (i segni si possono scegliere in maniera in<strong>di</strong>pendente).<br />
Ovviamente i vettori della forma ±ɛi (con i = 1, 2, . . . , p) e ±ɛi ± ɛj (i = j) appartengono a Φ : sono<br />
i=1