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Algebre di Lie semisemplici, sistemi di radici e loro classificazione

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96 CAPITOLO 4. SISTEMI DI RADICI<br />

che tutti i vertici siano legati da perlomeno un filo ad almeno un altro vertice ma esista un sottoinsieme<br />

<strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ci semplici {α1, . . . , αh} non aventi nessuna connessione con i restanti vertici {αh+1, . . . , αn} =<br />

{βh+1, . . . , βn} ( n è la <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> E). Anche in questo caso ∆ sarebbe riducibile in quanto<br />

{α1, . . . , αh} e {βh+1, . . . , βn} sono non vuoti, con intersezione nulla e mutuamente ortogonali.<br />

Viceversa, supponiamo che il <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> Dynkin <strong>di</strong> Φ sia connesso. Se, per assurdo, ∆ fosse<br />

riducibile, ossia ∆ = ∆1 ∩ ∆2, avremmo i vertici <strong>di</strong> ∆1 non connessi a nessuno dei vettori <strong>di</strong> ∆2. Ma<br />

in questo modo viene contraddetta la connessione del <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> Dynkin.<br />

In generale i <strong>di</strong>agrammi <strong>di</strong> Dynkin sono costituiti da un un numero finito t <strong>di</strong> sotto<strong>di</strong>agrammi connessi<br />

(a questo gruppo <strong>di</strong> vertici si applica la definizione data per la connessione dei <strong>di</strong>agrammi <strong>di</strong> Dynkin).<br />

Se il <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> Dynkin è connesso allora t = 1 altrimenti abbiamo t ≥ 2.<br />

Da questo momento fissiamo un sistema <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ci Φ nello spazio euclideo E e una sua base ∆. La<br />

partizione in sotto<strong>di</strong>agrammi connessi (la possiamo sempre fare, il caso limite è quello in cui ci sia un<br />

sottografico connesso per ogni vertice) determina una partizione <strong>di</strong> ∆, ossia :<br />

∆ = ∆1 ∪ ∆2 . . . ∆t<br />

(4.89)<br />

con ∆i che contiene i vertici appartenenti all’i-esimo sotto<strong>di</strong>agramma connesso. I ∆i sono non vuoti,<br />

a due a due <strong>di</strong>sgiunti e mutuamente ortogonali.<br />

Sia Ei il sottospazio vettoriale <strong>di</strong> E generato da ∆i. Ovviamente la somma E1 +E2 +· · ·+Et <strong>di</strong> questi<br />

sottospazi coincide con E. Se pren<strong>di</strong>amo Ei ed Ej (con i = j) la <strong>loro</strong> intersezione è costituita dal<br />

solo vettore nullo. Infatti un vettore che appartiene all’intersezione si scrive sia come combinazione<br />

lineare dei vettori <strong>di</strong> ∆i, sia come combinazione lineare dei vettori <strong>di</strong> ∆j. L’uguaglianza fra queste<br />

due combinazioni e l’in<strong>di</strong>pendenza dei vettori <strong>di</strong> ∆i ∪ ∆j impone che tutti i coefficienti delle due<br />

combinazioni lineari siano nulli. Dunque abbiamo :<br />

con Ei ortogonale ad Ej se i = j.<br />

E = E1 ⊕ E2 ⊕ · · · ⊕ Et<br />

(4.90)<br />

Denotiamo con Φi l’insieme delle ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Φ contenute in Ei, con i ∈ {1, . . . , t}. Ognuno degli Ei è<br />

uno spazio euclideo con il prodotto scalare indotto. Vogliamo <strong>di</strong>mostrare che Φi è un sistema <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ci<br />

in Ei. I vettori <strong>di</strong> Φi sono in numero finito (Φi è un sottoinsieme <strong>di</strong> Φ che è costituito da un numero<br />

finito <strong>di</strong> vettori), generano Ei (abbiamo ∆i ⊂ Φi e nessuno dei vettori è nullo (il vettore nullo non è<br />

contenuto in Φ). Quin<strong>di</strong> la con<strong>di</strong>zione R1 è verificata. Ma anche la con<strong>di</strong>zione R4 risulta sod<strong>di</strong>sfatta<br />

: se α e β sono due ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Φi allora (α, β) è un intero in quanto α e β sono prima <strong>di</strong> tutto ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong><br />

Φ.<br />

Se α ∈ Φi allora anche −α appartiene a Φi e quest’ultimo insieme non contiene nessun altro multiplo <strong>di</strong><br />

α (perchè in Φ stesso non ci sono altri multipli <strong>di</strong> α). Inoltre l’iperpiano P ′ α <strong>di</strong> Ei (iperpiano associato<br />

ad α ∈ Ei) è un sottospazio <strong>di</strong> Pα essendo in esso contenuto. La riflessione σ ′ α prende un vettore

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