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Una famiglia come un'altra - Spazio MeF

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Irene Bernardini <strong>Una</strong> <strong>famiglia</strong> <strong>come</strong> un’altra<br />

scrivi@spaziomef.it<br />

115<br />

educativa o di autorevolezza quando è messo nella condizione di abbozzare,<br />

<strong>come</strong> si dice, subendo passivamente le decisioni altrui o di protestare<br />

passando così dalla parte del persecutore che disturba la serenità familiare.<br />

E' difficile che un uomo riesca a sottrarsi da una tale impasse a meno che<br />

la sua vita comune con i figli non sia stata tale da fondare un rapporto<br />

autentico <strong>come</strong> quello cui ho accennato.<br />

Se è vero che oggi un buon padre é definito dalla capacità ,appunto, di<br />

riuscire efficacemente ad incunearsi nel rapporto tra madre e figlio, a<br />

incarnare un polo di attrazione, non antagonista, ma certo distinto, a offrire<br />

insomma al bambino una salutare dinamica tra opposti questo può avvenire<br />

solo se tra padre e figli si costituita un'intesa, un tessuto di esperienze e<br />

emozioni condivise, se c'é confidenza e complicità. Quando tutto questo<br />

manca o l'intesa é povera, non é reclamando un astratto diritto di padre che<br />

si tiene legato a sé un bambino.<br />

Ed ecco allora che le mamme possono imperversare. Per una donna<br />

avere un figlio da un uomo è solo in parte un atto generativo. Simbolicamente<br />

quello è anche il figlio del sentimento d'amore, è il dono supremo, è il segno<br />

vivente della fertilità di una relazione. Quando nel suo cuore si insedia un altro<br />

uomo, è comprensibile che, almeno inconsciamente, lei sia tentata, specie se<br />

il padre "vero”dei suoi figli è una figura per tanti versi debole, di trasferire a<br />

lui, al suo compagno, l'onere e l'onore di esser il "padre dei suoi figli".<br />

Come un padre?<br />

Ed eccoci al tema del terzo genitore o del patrigno o del genitore<br />

sociale che dir si voglia. Per introdurre qualche riflessione su questa<br />

importante figura delle famiglie allargate vorrei ricorrere di nuovo a Sandro,<br />

che a proposito di Fabio, il figlio della sua compagna Antonella, le aveva<br />

detto. “ Non che io non voglia bene a Fabio, gliene voglio ec<strong>come</strong>, ma mi<br />

sentivo un po' oppresso dalle responsabilità. 'Come a un figlio '. continuavo a<br />

pensare a questa frase, ma i conti non mi quadravano. Io gli voglio bene<br />

'<strong>come</strong> a Fabio'. si può dire?".

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