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Una famiglia come un'altra - Spazio MeF

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principale artefice del furbissimo progetto -, non ce n’è. L’impatto tra Giulio e<br />

me, tra Giovanni e Carlotta, e tra loro due bambini, pensavo, sarà mediato<br />

dalla presenza di tutti gli altri, ma intanto , scherzando e ridendo, facciamo<br />

conoscenza...<br />

"Altro che scherzare e ridere,quella vacanza la ricorderò sempre <strong>come</strong> un<br />

incubo. fu un vero disastro. Tanto per cominciare, nel viaggio di andata, Giulio<br />

piantò un gran capriccio per sedersi accanto al padre che guidava la<br />

macchina. mi sarei aspettata che Giovanni si opponesse. Niente affatto.<br />

mentre il piccolo Giulio si abbuffava di Kinder troneggiando sul sedile<br />

anteriore, io dovevo sopportare lo sguardo afflitto e sarcastico di mia figlia,<br />

con cui dividevo il poco spazio lasciato sul sedile posteriore dalle nostre<br />

borse. Il bagagliaio era quasi del tutto occupato dall’imponente valigione a<br />

pullman in cui la mamma di Giulio aveva premurosamente riposto il suo<br />

guardaroba da piccolo gentiluomo di campagna. Nella grande casa la gestione<br />

dei bambini era collettiva, noi grandi ci alternavamo,<strong>come</strong> capitava, al<br />

momento del pasto, a controllare che fossero coperti quando uscivano a<br />

giocare o ai vari rituali del pre-nanna. Sistematicamente, quando facevo per<br />

versare l’acqua a Giulio, per rimboccargli le coperte, o ricordargli di infilare i<br />

guanti prima di uscire, proprio <strong>come</strong> mi capitava di fare con gli altri bambini, mi<br />

arrivavano provocazioni o rispostacce raggelanti. “No, non voglio l’acqua.<br />

Papàààà! ho sete! “oppure “Guarda che se ho freddo so coprirmi da solo!”<br />

Come se non bastasse, mia figlia, cui non sfuggiva la particolare premura con<br />

cui mi rivolgevo a Giulio né il vistoso fallimento di ogni mia mossa di pace,<br />

non perdeva occasione per dirmi quanto lui le fosse antipatico. Tanto che la<br />

piccola strega, l’ho scoperto più avanti, a sua volta innervosita da tutti i<br />

salamelecchi che mi vedeva fare a Giulio, era riuscita a coalizzare un altro<br />

paio di streghine sue pari nel fargli ogni sorta di dispetti. Giovanni non<br />

interveniva, se non per assecondare ogni capriccio del figlio. Mi irritava.<br />

quella condiscendenza nei confronti del figlio che pochi mesi prima mi aveva<br />

tanto intenerito mi appariva ora <strong>come</strong> imperdonabile debolezza.<br />

“Quella vacanza, cominciata male e finita peggio (Giulio aveva poi<br />

raccontato quel soggiorno alla mamma <strong>come</strong> una sequela di sevizie o giù di lì,<br />

Irene Bernardini <strong>Una</strong> <strong>famiglia</strong> <strong>come</strong> un’altra<br />

scrivi@spaziomef.it<br />

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