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Una famiglia come un'altra - Spazio MeF

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Irene Bernardini <strong>Una</strong> <strong>famiglia</strong> <strong>come</strong> un’altra<br />

scrivi@spaziomef.it<br />

155<br />

Finito il gioco delle associazioni libere, vorrei dire che almeno nei<br />

rapporti tra di loro bisognerebbe proprio che imparassimo a lasciarli in pace, i<br />

bambini. Anche nella <strong>famiglia</strong> cosiddetta intatta, quando nascono dei fratelli,<br />

c'è il rischio fisiologico che insorgano gelosie, sentimenti di esclusione, che<br />

si debba far fronte a manifestazioni di aggressività oppure che i secondogeniti<br />

considerino i fratelli maggiori <strong>come</strong> dei privilegiati. Se i grandi sanno<br />

garantire comprensione, tolleranza, contenimento, equità, i bambini - che,<br />

non dimentichiamolo, sono ricchi di risorse - sapranno elaborare i loro<br />

sentimenti contrastanti. Ma un po' di ambivalenza resterà, <strong>come</strong> è giusto che<br />

sia, <strong>come</strong> peraltro avviene in tutte le relazioni importanti. Quando i genitori<br />

sono uniti, gelosia, aggressività, e poi la conflittualità insita in gran parte dei<br />

rapporti tra fratelli, non fanno tanta paura, non generano tanta insicurezza e<br />

sensi di colpa. Questo di solito consente ai genitori di moderare il loro<br />

interventismo. ci si limita a sedare i litigi, a garantire l'equità, a consolare chi di<br />

volta in volta "le prende". Nella <strong>famiglia</strong> allargata, per quella sorta di "cattiva<br />

coscienza “che spesso l' accompagna, gli adulti divengono più ansiosi e più<br />

intrusivi . resi insicuri dall'assenza di una cornice "regolare"entro cui calare il<br />

nuovo lieto evento, finiscono per “giustificare”l'arrivo di un fratellino invece di<br />

annunciarlo, o, quel che è peggio, lo tengono nascosto fino all'ultimo. Le<br />

eventuali resistenze o forti ambivalenze del figlio non possono più essere<br />

accettate <strong>come</strong> normali reazioni infantili, ma assumono il senso di un giudizio,<br />

di un rifiuto radicale che genera grandi sensi di colpa. Ecco che allora occorre<br />

ansiosamente scongiurare e rintuzzare in ogni modo queste possibili<br />

reazioni.<br />

E' significativo, a questo proposito il racconto di Iris, mamma di Carolina,<br />

cinque anni, e di Evelina, due mesi, nata dal suo secondo matrimonio.<br />

"Ero terribilmente in ansia, quando aspettavo Evelina, per <strong>come</strong> Carolina<br />

avrebbe preso la nascita della sorella. Con Beppe, mio marito, lei va<br />

d'accordo, anche perché suo padre è molto presente e non c'è mai stata<br />

competizione tra loro. Però io temevo che potesse sentirsi esclusa. Nei mesi<br />

dell'attesa le avevo parlato tanto, l'avevo coinvolta in tutti gli acquisti per la<br />

neonata, nella scelta del nome, le avevo mostrato l'ecografia indicandole il

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