Una famiglia come un'altra - Spazio MeF

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Per lavoro incontro quotidianamente da anni genitori e figli alle prese con l'esperienza della rottura e della ricostruzione dei loro legami familiari. Questo libro vuole intrattenersi con donne, uomini e bambini protagonisti di questa esperienze affettive e familiari per capirne i sentimenti e le ragioni, senza l’ambizione e la fretta di giudicare e definire. Non aspiro tanto ad individuare tendenze, tanto meno a prefigurare approdi. Credo che il fenomeno delle famiglie allargate vada osservato e seguito con curiosità e rispetto, e semmai sostenuto da politiche sociali adeguate. Non condivido la fretta di incapsularlo prematuramente in categorie sociologiche o psicologiche che peraltro attingono, giocoforza, ai modelli o agli schemi della famiglia tradizionale. Secondo fonti Istat, nel '93 ci sono state 48.198 separazioni e 23.863 divorzi. Ogni anno sono oltre 33.000 i minori che vivono la separazione tra i genitori. Di questi quasi la metà è al di sotto dei nove anni. Le famiglie ricostituite sono risultate 593.000, di cui 180.000 non coniugate. Secondo recenti stime le famiglie ricostituite tendono a rappresentare quasi l'8 per cento delle famiglie. Sono numeri che ci avvicinano a gran parte delle società occidentali ( negli Stati Uniti quasi metà delle famiglie sono ricostituite). Numeri che in molti suscitano sgomento, allarme o quantomeno preoccupazione. C'é chi li legge , negativamente, come il frutto della disgregazione e della caduta dei valori tradizionali e chi, meno pessimisticamente,li interpreta alla luce della complessa trasformazione ( per molti versi evoluzione) dei ruoli maschili e femminili nella società. Comunque la si pensi, è indubbio che attorno e dentro una separazione c'é tanto dolore e tanta distruttività. Eppure ciò che da sempre mi colpisce - come psicologa e mediatrice familiare ho conosciuto centinaia di genitori e figli alle prese con il travaglio della separazione - è la speranza . se pure annidata nelle pieghe del conflitto più aspro, in ciascuno, ostinatamente, la speranza sopravvive alla delusione e al fallimento, La decisione stessa di rompere l'unione coniugale è spesso una via, sofferta e certo traumatica, per restituire a se stessi, ma paradossalmente Irene Bernardini Una famiglia come un’altra scrivi@spaziomef.it 4
anche a chi si abbandona, e ai figli, una speranza di mettere in sintonia, di armonizzare i propri sentimenti con le scelte esistenziali, con il vivere quotidiano. In altre parole, è una decisione sostenuta non tanto dalla distruttività, quanto dalla fiducia, recondita, di poter amare ed essere amati meglio di così. Si rompe con una condizione infelice solo se, più o meno consapevolmente, si ha fiducia nella possibilità di essere felici. Anche nell'affrontare la difficile transizione dal conflitto e dalla rottura verso la ricomposizione delle esistenze e delle relazioni nella nuova condizione di ex coniugi e di genitori separati, ho visto spesso prevalere la speranza. molti genitori che ho incontrato hanno saputo, con un po' di aiuto, ritrovare la capacità, spesso sepolta sotto le macerie del conflitto,di collaborare e addirittura di sentirsi complici a favore dei figli, per garantire loro, pur nella separazione, di poter contare su entrambi. Così anche le nuove unioni che seguono le separazioni, da cui nascono altri figli, le cosiddette famiglie ricomposte, per molti sinonimo in qualche modo di "disordine", sono per me anzitutto il segno della fiducia nella possibilità e nella propria capacità di stabilire legami e di assumersi responsabilità affettive. Non sempre tuttavia la speranza è ben riposta o può contare su risorse sufficienti per realizzarsi. Qualche volta le nuove famiglie non sono che le repliche delle infelicità già vissute o già inflitte. Ricostruire una famiglia dopo l'esperienza di un fallimento non è di per sé sinonimo di crescita e maturazione . Se l'esperienza precedente non ha potuto essere compresa alla luce delle responsabilità di ciascuno, e soprattutto delle proprie, è facile che l'unione successiva sia vissuta all'insegna di quella che Freud aveva chiamato la "coazione a ripetere", vale a dire alla tendenza inconscia (e proprio per questo potente) a ricadere nei medesimi errori, a farsi e fare male sempre nello stesso modo. Anche da questo punto di vista lo snodo tra l'unione precedente e quella nuova, le caratteristiche della vicenda separativa e la qualità dei rapporti che sopravvivono, pur trasformandosi, tra i membri del nucleo familiare originario e le nuove figure sono aspetti decisivi per capire e per valutare le nuove famiglie. Irene Bernardini Una famiglia come un’altra scrivi@spaziomef.it 5
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