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Una famiglia come un'altra - Spazio MeF

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Irene Bernardini <strong>Una</strong> <strong>famiglia</strong> <strong>come</strong> un’altra<br />

scrivi@spaziomef.it<br />

158<br />

Ai bambini si può chiedere di condividere le nostre scelte di vita, di<br />

adattarsi ai cambiamenti esistenziali anche radicali che attuiamo per noi e di<br />

riflesso per loro; possiamo chiedere loro di rispettare le persone che ci sono<br />

care, insomma di comportarsi bene. Ma in cambio li dobbiamo lasciar liberi di<br />

amare chi gli pare.<br />

Un atto mancato<br />

Se questo libro fosse un film, i bambini ne sarebbero i protagonisti, le<br />

donne sarebbero i personaggi decisivi, nel bene o nel male, e gli uomini solo<br />

caratteri o comparse. Di questo sono consapevole e anche un po'<br />

preoccupata. Ho provato a riequilibrare il testo inserendo più testimonianze<br />

maschili. non ci sono riuscita. O meglio, ho rinunciato perché il risultato era<br />

scolastico, artificioso. Poi ho capito: io ho scritto attingendo di volta in volta<br />

agli stati d'animo,alle trepidazioni, alle peripezie che le persone che incontro<br />

mi raccontano, ho attinto avidamente alla loro soggettività. Sono pochi gli<br />

uomini che mi hanno concesso questo privilegio. Sono pochi - forse sono<br />

stata sfortunata - gli uomini che mi hanno permesso di intravedere passione,<br />

sgomento, tenerezza, ma soprattutto il piacere generato loro dai figli o dal<br />

rapporto con i bambini. Eppure quei pochi mi hanno convinto che le bambine<br />

e i bambini, ma anche le donne, avrebbero un grande bisogno di un maggiore<br />

protagonismo maschile e paterno nelle relazioni familiari. Lo strapotere<br />

femminile materno che imperversa nella sfera degli affetti nuoce ai<br />

bambini <strong>come</strong>, alla fine, alle donne stesse. Ma per sottrarre loro, anzi per<br />

sottrarci - non mi chiamo certo fuori- questo potere, occorrerebbe che<br />

emergesse e si affermasse un'autentica soggettività maschile sul tema della<br />

paternità ( tutt'altra cosa dal rivendicazionismo spesso intriso di misoginia di<br />

certe associazioni di padri separati ): occorrerebbe che gli uomini sapessero<br />

dare parola, ad esempio, al piacere che proviene loro dal rapporto con i figli,<br />

ma anche delle paure o delle ripulse che ne possono derivare. Come le donne<br />

hanno cominciato a inventare o ritrovare un loro rapporto differente con il<br />

mondo, con il linguaggio, con lo spirito, passando dalla fase "infantile”della<br />

rivendicazione a quella della elaborazione a partire da sé, sarebbe bello che

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