Una famiglia come un'altra - Spazio MeF
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hanno perduto una preziosa occasione di avere nella scuola un punto di<br />
equilibrio e di mediazione.<br />
L'atteggiamento di molti insegnanti nei confronti dell'assetto familiare dei<br />
bambini è ambivalente. Da una parte, assumendo,com'è comprensibile, il<br />
punto di vista dei bambini, sono critici e non sempre liberi da pregiudizi e<br />
stereotipi nei confronti delle famiglie separate e/o ricostituite, sempre descritte<br />
<strong>come</strong> situazioni quantomeno a rischio. Dall'altra sono generalmente passivi,<br />
forse con l'intento di non essere intrusivi, nei confronti di fatti o dinamiche<br />
relazionali che pur vedono <strong>come</strong> fonte di disagio per i bambini. Vittime di una<br />
sorta di fatalismo pessimista, gli insegnanti sottovalutano il proprio potenziale<br />
ruolo educativo nell'aiutare i bambini a sentire <strong>come</strong> normale e legittima la<br />
propria condizione. Se ad esempio il papà separato di un bimbo che vive con<br />
la mamma e con la sua nuova <strong>famiglia</strong> non si vede mai, difficilmente a<br />
un'insegnante viene in mente di sollecitare, pur con tutto il garbo possibile, un<br />
contatto con lui. Se le comunicazioni ai genitori tornano firmate dal nuovo<br />
compagno,o marito che sia,della mamma, non occorrerebbe capire meglio di<br />
che natura è questa supplenza? Se i genitori di un bambino vivono in due case<br />
diverse, quando si distribuisce l'avviso della recita o della festa di Natale o<br />
della riunione di classe sarebbe così stravagante darne una copia in più a quel<br />
bambino ( "così questo lo dai a papà quando lo vedi") ?<br />
Io non credo che, nella maggioranza dei casi, piccoli gesti <strong>come</strong> questi<br />
sarebbero indiscreti o invasivi. Se un bambino la mattina a scuola muore di<br />
sonno, è normale che la maestra interpelli la mamma e , se del caso, le<br />
raccomandi di metterlo a letto un po' prima la sera. Perché dinanzi a un<br />
disagio che si suppone provenire dall'esclusione di un genitore o da un<br />
conflitto di lealtà rinunciare a fare o dire qualcosa di utile? Ritengo che questa<br />
sorta di inerzia degli insegnanti nei confronti delle nuove configurazioni<br />
familiari, lungi dal corrispondere a una reale accettazione, riveli l'incapacità di<br />
inscrivere dentro un progetto educativo azioni e comportamenti adeguati ai<br />
cambiamenti in atto. Che non si tratti di accettazione lo si capisce, ad esempio,<br />
dal fatto che qualche volta la passività si trasforma in interventismo. in<br />
convocazioni colpevolizzanti nei confronti dei genitori in cui si profilano<br />
Irene Bernardini <strong>Una</strong> <strong>famiglia</strong> <strong>come</strong> un’altra<br />
scrivi@spaziomef.it<br />
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