Una famiglia come un'altra - Spazio MeF
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Irene Bernardini <strong>Una</strong> <strong>famiglia</strong> <strong>come</strong> un’altra<br />
scrivi@spaziomef.it<br />
120<br />
introiettato un'immagine paterna maschile negativa”quanto suo figlio era un<br />
modello di serenità ed equilibrio. (Cesare Musatti, quando veniva a far<br />
lezione alla mia scuola di specializzazione , diceva sempre che nessuno<br />
decide di far un mestiere assurdo <strong>come</strong> quello di psicologo se non è a sua<br />
volta un po' matto. Appunto.)<br />
Gran parte degli uomini , psicologi matti a parte, accetterebbero di buon<br />
grado un ruolo defilato nella vita dei figli di primo letto delle propria compagna,<br />
perché questo li solleva dall'assunzione diretta di responsabilità affettive ed<br />
educative che per la loro portata possono essere sentite <strong>come</strong> opprimenti o<br />
semplicemente troppo grandi.<br />
'Ruolo defilato' non necessariamente, sia chiaro, è sinonimo di estraneità,<br />
distanza emotiva, irrilevanza educativa. E' evidente che la coabitazione<br />
stessa, la condivisione della quotidianità e l'incrocio affettivo che la <strong>famiglia</strong><br />
ricostituita produce non consente l'indifferenza. La sfida della famiglie<br />
allargate, almeno per me, sta proprio nella possibilità di stabilire relazioni<br />
significative, intense, a volte decisive per lo sviluppo della personalità infantile,<br />
fuori dalla rassicurante ma anche coartante logica dei ruoli e del lessico<br />
familiari codificati. Occorre potersi definire e giocare la parte del vicepadre,<br />
genitore sociale, terzo genitore o, peggio, patrigno per voler bene a un<br />
bambino, per dargli e chiedergli rispetto, per aiutarlo a crescere mettendogli a<br />
disposizione il proprio bagaglio di esperienza, sensibilità, sapienza? Io credo<br />
fermamente di no. Credo anzi che proprio il fatto che certi uomini, nelle<br />
famiglie ricostituite, si trovino nella condizione di doversi inventare un rapporto<br />
con dei bambini fuori dalla protezione ma anche dalla gabbia dello statuto<br />
simbolico e del repertorio tradizionale del padre , possa essere uno stimolo<br />
straordinario a dare il meglio di sé. Il fatto di non poter far conto su un'<br />
investitura sociale, codificata dal linguaggio, legittimata intermini di affinità o<br />
parentela, se da un lato può essere assunto <strong>come</strong> alibi per non assumersi<br />
responsabilità, dall'altro può essere una molla per valorizzare molto il piano<br />
della relazione. La partita si gioca nel quotidiano: se non c'è l'autorità, occorre<br />
guadagnarsi, sul campo, l'autorevolezza.