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Una famiglia come un'altra - Spazio MeF

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incontrare la bambina solo per due ore pomeridiane nel cortile della casa dove<br />

ora abita, con il divieto assoluto di farla incontrare con il suo convivente.<br />

Quando ho incontrato la prima volta Carmela, quegli incontri pomeridiani<br />

tra mamma e figlia erano in corso già da qualche settimana. uno strazio.<br />

Barbara, terrorizzata dalle ingiunzioni paterne, non poco rinfocolate dai nonni,<br />

ma anche molto arrabbiata con la mamma da cui si era sentita abbandonata,<br />

accettava quegli incontri, giocava con i bambini del cortile che peraltro già<br />

conosceva, ma se intravvedeva Pino che rientrava dal lavoro scappava a<br />

nascondersi o si tappava gli occhi. Se le scappava la pipì, piuttosto che salire<br />

in casa della mamma, cercava un angolino riparato del cortile. Se anche<br />

aveva sete o fame,rifiutava la merenda o il succo di frutta che la mamma le<br />

aveva preparato e pretendeva di essere accompagnata al bar, <strong>come</strong> se<br />

anche il cibo potesse essere stato contaminato da quel luogo di perdizione che<br />

era la casa della mamma. Inoltre da mesi ormai erano venuti meno tutti quei<br />

momenti così fondanti per una relazione <strong>come</strong> quella tra mamma e figlia<br />

<strong>come</strong> il passare la notte insieme, il risveglio, i pasti, il bagno: era andata<br />

perduta, insomma, tutta la dimensione della cura e dei rituali quotidiani.<br />

Carmela ammetteva di essersi messa dalla parte del torto, si giustificava<br />

dicendo di non aver avuto alternative. Reclamava la figlia o almeno un tempo<br />

più decente con lei. “Da quando è nata non ci eravamo mai staccate, l’ho<br />

allattata fino a un anno, ho dedicato a lei ogni minuto libero dal lavoro, per lei e<br />

solo per lei ho sopportato anni di solitudine e indifferenza, la sufficienza dei<br />

miei suoceri. Pino è una brava persona, la bambina lo conosce perchè lui<br />

prima veniva sempre a casa nostra; ora non lo può neanche salutare. Ma noi<br />

non siamo mostri...”.<br />

Renato, il papà di Barbara, a dire il vero più offeso che non addolorato a<br />

causa dell’abbandono della moglie e per questo particolarmente ostile alla<br />

sua nuova relazione, aveva buon gioco nel sostenere il suo veto alla<br />

frequentazione della casa materna da parte della bambina. i modi e i tempi<br />

certo non meditati né misurati sulle esigenze della figlia con cui Carmela aveva<br />

tagliato con il suo matrimonio e avviato la nuova vita non la aiutavano certo a<br />

far valere le sue ragioni. Rivendicare l’affidamento di Barbara non gli costava<br />

Irene Bernardini <strong>Una</strong> <strong>famiglia</strong> <strong>come</strong> un’altra<br />

scrivi@spaziomef.it<br />

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