"il gioco d'azzardo - le ludopatie" analisi del fenomeno - Codacons
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come proposta d’intervento al prob<strong>le</strong>ma la necessità di intervenire soprattutto a livello socia<strong>le</strong>, non<br />
tanto con la chiusura di sa<strong>le</strong> da <strong>gioco</strong> o con <strong>le</strong>ggi proibizioniste, ma con lo sv<strong>il</strong>uppo d’ interventi<br />
multimodali e un’adeguata campagna d’informazione.<br />
In “I fattori di rischio di suicidio nei giocatori d’azzardo patologico” i fattori di rischio predomi-<br />
nanti sono: sesso masch<strong>il</strong>e predominate, età tra i 35 e i 54 anni, diploma come titolo di studio,<br />
dipendenza alcol e droga, depressione. Questi non sono però considerati valori o fattori fissi ma<br />
continuamente mutab<strong>il</strong>i con <strong>il</strong> tempo e con l’evolversi <strong>del</strong>la società. Fondamenta<strong>le</strong> per prevenire <strong>il</strong><br />
rischio di suicidio nei giocatori d’azzardo è <strong>il</strong> sostegno socia<strong>le</strong> da parte <strong>del</strong>la famiglia e <strong>del</strong><strong>le</strong> istitu-<br />
zioni insieme a un maggiore impegno nella diffusione di notizie riguardanti i rischi che si corrono<br />
attuando comportamenti attivi nei confronti <strong>del</strong> <strong>gioco</strong> d’azzardo. Una buona diagnosi per coloro<br />
che si rivolgono ai servizi è fondamenta<strong>le</strong> nella prevenzione <strong>del</strong> rischio <strong>del</strong> suicidio.<br />
In “Gioco d’azzardo patologico. Diagnosi, eziopatogenesi, trattamenti” viene spiegato che in un<br />
arco di tempo relativamente ridotto si sono sv<strong>il</strong>uppate diverse linee di ricerca che, ampliatesi sta-<br />
b<strong>il</strong>mente fino al presente, hanno prodotto una consistente messe di dati empirici, molteplici for-<br />
mulazioni diagnostiche e numerosi strumenti di assessment. Le stesse ipotesi eziopatogenetiche<br />
- dal<strong>le</strong> formulazioni di matrice psicodinamica, ai contributi <strong>del</strong> behaviorismo, <strong>del</strong> cognitivismo o<br />
<strong>del</strong>la teoria <strong>del</strong> tratti; dal mo<strong>del</strong>lo biologico ai fattori sociali predisponenti – hanno contribuito a<br />
tracciare <strong>il</strong> quadro di un disagio psichico rivelatosi multiforme, poliedrico, per certi versi inafferra-<br />
b<strong>il</strong>e. L’obiettivo fina<strong>le</strong> <strong>del</strong>la ricerca sul GAP, dunque, sembra indicare la necessità di una comp<strong>le</strong>ssa<br />
struttura conoscitiva e che richiami l’attenzione dei ricercatori sul<strong>le</strong> questioni metodologiche irri-<br />
solte, rimandando d un’impostazione epistemica scientifica e umanistica, che includa, accanto alla<br />
centralità <strong>del</strong>l’individuo, anche un a focalizzazione sulla formulazione di <strong>le</strong>ggi che governano <strong>il</strong><br />
funzionamento psichico umano in genera<strong>le</strong> e <strong>il</strong> comportamento in particolare. Si dovrebbe favorire<br />
la nascita di un programma di ricerca che sia in pari tempo scientifico (individuazione di criteri<br />
verificab<strong>il</strong>i e controllab<strong>il</strong>i) ed ermeneutico (comprendere i vissuti <strong>del</strong> giocatore).<br />
In “Giocare per vincere? O perdere per giocare?” si considera che <strong>le</strong> dipendenze patologiche abbia-<br />
no una base comune predisponente (sia biologica sia di contesto), ma che non si diventa giocatori<br />
d’azzardo per caso perché <strong>il</strong> <strong>gioco</strong> non è un’alternativa alla droga o all’alcool ma è una dimensione<br />
specifica: un’evasione “pura” senza sostanza da vivere nella solitudine di un mondo “altro”: <strong>il</strong> <strong>gioco</strong><br />
è la suprema sfida, e può esserlo proprio perché la persona sa che può essere schiacciata definitiva-<br />
mente e perdere tutto. Il <strong>gioco</strong> coinvolge e fa sognare, <strong>il</strong> <strong>gioco</strong> “rapisce” la persona con la sua sott<strong>il</strong>e<br />
pericolosità che solo in pochi sanno cogliere sin da subito, forse è l’incontro tra <strong>il</strong> “subdolo” mec-<br />
canismo <strong>del</strong>l’azzardo e una personalità capace di coglierne <strong>il</strong> rischio e bisognosa di ta<strong>le</strong> ambiguità (<br />
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