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"il gioco d'azzardo - le ludopatie" analisi del fenomeno - Codacons

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L’informazione risulta essere carente sia per <strong>il</strong> 53,6% dei giocatori che per <strong>il</strong> 52,9% dei non giocatori.<br />

Alla domanda specifica “se tra parenti, amici e conoscenti vi fossero persone rovinate con <strong>il</strong> <strong>gioco</strong>”,<br />

l’80,4% degli italiani ha risposto “no” mentre <strong>il</strong> 17,5% “sì qualcuno”, l’1,7% “sì diversi”: dunque un<br />

italiano su cinque, secondo la ricerca, dichiara di conoscere chi si è ritrovato in grave difficoltà econo-<br />

mica a causa <strong>del</strong> <strong>gioco</strong>.<br />

Proseguendo nell’<strong>analisi</strong> <strong>del</strong>la ricerca, nella specificità degli argomenti <strong>le</strong>gati al <strong>gioco</strong>, alla domanda “se gli<br />

operatori di <strong>gioco</strong> hanno predisposto sufficienti tute<strong>le</strong> per evitare la dipendenza da <strong>gioco</strong> tra i giovani”, <strong>il</strong><br />

74% degli italiani ha risposto con un “no”, 9% non ha risposto, <strong>il</strong> 14,4% “sì, ma solo in parte” e solo <strong>il</strong><br />

2,5% “sì comp<strong>le</strong>tamente”, mettendo in luce così un’opinione diffusa che ritiene molto frag<strong>il</strong>e <strong>il</strong> sistema<br />

di verifica e tutela <strong>del</strong> rischio nei confronti di una <strong>del</strong><strong>le</strong> categorie che potrebbero essere maggiormente<br />

esposte.<br />

In questo senso, una pubblicazione di Mauro Croce “Psicologia <strong>del</strong> giocatore d’azzardo patologico e rischi<br />

di criminalità”, pubblicata dalla Rivista <strong>del</strong>la Scuola Superiore <strong>del</strong>l’Economia e <strong>del</strong><strong>le</strong> Finanze (n.10), nel<br />

2005, già indicava come, pur non avendo a disposizione in Italia dati e ricerche di tipo epidemiologico su<br />

larga scala, diversi indicatori già segnalavano come <strong>il</strong> <strong>fenomeno</strong> <strong>gioco</strong> d’azzardo presentasse prob<strong>le</strong>mati-<br />

cità crescenti. Si fa riferimento ad esempio all’aumento di richieste di aiuto a servizi pubblici o privati da<br />

parte di giocatori o loro fam<strong>il</strong>iari, allo sv<strong>il</strong>uppo di forme di auto aiuto, al crescente allarme socia<strong>le</strong> <strong>le</strong>gato<br />

a fatti di cronaca ed al crescente <strong>fenomeno</strong> <strong>del</strong>l’usura in parte imputab<strong>il</strong>e al <strong>gioco</strong> 3 . Secondo l’autore già<br />

5 anni fa stavamo assistendo ad una progressiva trasformazione <strong>del</strong>l’offerta di giochi che rischia di pre-<br />

sentare un incremento di rischi di deriva di tipo prob<strong>le</strong>matico o patologico. Il Croce fa riferimento ad<br />

alcuni studi che hanno, infatti, indicato con chiarezza - in un certo senso confermando una considera-<br />

zione intuitiva- la chiara relazione tra maggiori disponib<strong>il</strong>ità di giochi e l’aumento non solo <strong>del</strong> numero<br />

di “clienti” ma anche dei giocatori prob<strong>le</strong>matici o patologici 4 .<br />

Secondo l’autore <strong>il</strong> <strong>fenomeno</strong> presenta anche importanti e preoccupanti trasformazioni sul piano qua-<br />

litativo. Ad esempio come in molti locali pubblici si sia passati da giochi di carte che presentavano e<br />

rispondevano a bisogni di socializzazione a slot machine che vedono persone diverse impegnate in ma-<br />

3 Si vedano i dati forniti dalla Segreteria naziona<strong>le</strong> <strong>del</strong><strong>le</strong> Fondazioni Antiusura, secondo cui <strong>il</strong> <strong>gioco</strong> d’azzardo<br />

avrebbe assunto nel corso degli anni un posto di crescente importanza nel determinare <strong>il</strong> ricorso <strong>del</strong> prestito ad usura:<br />

nel 2000 <strong>il</strong> <strong>gioco</strong> d’azzardo costituiva infatti l’ottava causa di usura, nel 2001 la sesta, nel 2002 la quarta e nel 2003<br />

addirittura la terza. (Croce,Nanni,2004).<br />

4 Abbott, M.; Volberg, R., GAMBLING AND PATHOLOGICAL GAMBLING: GROWTH INDUSTRY AND GROWTH<br />

PATHOLOGY OF THE 1990’S, IN: “COMMUNITY MENTAL HEALTH IN NEW ZEALAND”, 9/1996, PP. 22-31;<br />

Eadington W.R., UNDERSTANDING GAMBLING; Eadington, W.R.; Cornelius, J.A., GAMBLING: PUBLIC POLICIES<br />

AND THE SOCIAL SCIENCES, INSTITUTE FOR THE STUDY OF GAMBLING AND COMMERCIAL GAMING,<br />

RENO, PP. 3-9; Jacques, C., ET AL, IMPACT OF AVAILIBILITY ON GAMBLING: A LONGITUDINAL STUDY, IN<br />

PRESS, ECOLE DE PSYCHOLOGIE, UNIVERSITÈ LAVAL.)<br />

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