"il gioco d'azzardo - le ludopatie" analisi del fenomeno - Codacons

Ma. riconosce che sono stati ben altri i motivi che l’hanno indotto a scommettere in maniera così
compulsiva: “Occupare la giornata, riempirla, non lasciare spazi vuoti, sentirmi più vivo, il fatto che
mi piaceva... e tutta una serie di motivazioni che se continuassi ad elencare potrei non finire mai!”.
Nella sua carriera di giocatore indica due momenti cruciali. Il Natale del 2008 quando si era illuso di
aver trovato “[...]la maniera perfetta per vincere molti soldi scommettendo poco attraverso il gioco
on-line. Ti spiego ... nel Natale del 2008 scommettendo una cifra molto bassa ad un gioco di
scommesse on-line sono riuscito a guadagnare cifre molto alte. Allora ho pensato – ma forse questo è
il trucco?! Devo giocare on-line dove riesci sempre a moltiplicare la posta! - . Il problema è che su
internet digiti solo numeri senza renderti conto che quei numeri sono i tuoi soldi! Ecco perché per me
quella vincita è stata molto lesiva perché mi ha permesso, in quel momento, di dare al gioco molta
importanza, l’ho vissuto come una svolta... Poi, con il passare del tempo, ho svalutato quel momento
anche perché i soldi che avevo guadagnato li ho buttati via molto rapidamente... anzi diciamo che
sono ritornati ai gestori del gioco. Quindi questi 2 mesi del 2008 sono stati bellissimi, mi era sembrato
di aver scoperto l’America, di aver capito il modo giusto di giocare ...poi in realtà le perdite sono
state sempre superiori alle vincite. E’stato come quando sei in montagna e stai sempre per cadere...
Diciamo, quindi, che vincere una grande somma non mi ha per niente aiutato rispetto al gioco...
perché a dicembre-gennaio ero esaltatissimo, poi, già a febbraio, quando ho visto che i conti non
tornavano, mi è crollato tutto, mi è fallito tutto. Un po’ la sfortuna, un po’ il cataclisma del gioco...!”
Secondo momento cruciale è stato nell’aprile del 2009 quando racconta: “Ho avuto un calo di
pressione... mi sono sentito male perché c’era una partita Fiorentina - Roma che se la prendevo
svoltavo e se non la prendevo avrei avuto grosse difficoltà per sanare dei debiti...quando ho visto che
stavo perdendo mi sono sentito proprio male... sono praticamente svenuto...poi, grazie all’aiuto dello
stipendio e di alcuni amici me la sono cavata e ho ricominciato pure a giocare!Mi sono detto che il
malore era legato al caldo, alla primavera...e così ho ripreso a giocare...forse era meglio se non mi
riprendevo, che finivo in una clinica...così non avrei giocato più! Per fortuna una cosa del genere non
mi è più capitata...ora sto meglio... certo ho dei tic... ho delle manie... ma cose che posso superare,
impercettibili, che non si vedono... ”.
Il gioco, lo stile di vita e la dimensione affettivo – relazionale
Da un punto di vista economico si lamenta soprattutto: “Di non poter fare molte cose con la sua
ragazza e che avrebbe potuto investire meglio i soldi che ha speso nel gioco :” Fino a 5-6 mesi fa il
fatto di non avere mai tanti soldi a disposizione o di avere sempre debiti di gioco non mi pesava tanto
perché il gioco era la mia principale spesa.
57