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"il gioco d'azzardo - le ludopatie" analisi del fenomeno - Codacons

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16/07/2010<br />

Ore 16.00<br />

40 persone presenti. Appena entro in sala C mi chiama perché ha trovato un giocatore al qua<strong>le</strong> poter<br />

somministrare <strong>il</strong> Sogs. È un giocatore patologico. Mi racconta la sua storia, mi racconta che partiva per<br />

andare in America per poter giocare al casinò. Non è romano. Ora dice di giocare di meno, ma “non<br />

immagini nemmeno quanti soldi mi sono giocato in tutta la mia vita”. Ora ci pensa e si sente in colpa.<br />

La molla per ridurre <strong>il</strong> suo modo di giocare è la figlia che ha avuto da poco. “In passato se mi chiedevi<br />

di scommettere sul colore <strong>del</strong>la prossima macchina che passava io scommettevo subito e anche molti<br />

soldi”. Aggiunge che <strong>le</strong> persone stanno qui perché hanno <strong>del</strong><strong>le</strong> mancanze. Altrimenti non ci starebbero.<br />

Noto <strong>del</strong><strong>le</strong> facce nuove oggi. Tra loro due persone visib<strong>il</strong>mente ubriache. I giocatori sono sempre tutti<br />

sopra i 40 anni. Solo uno in sala slot, tutti a giocare ai cavalli. Una <strong>del</strong><strong>le</strong> due persone ubriache è <strong>il</strong><br />

figlio di un giocatore abitua<strong>le</strong> <strong>del</strong>la sala. Scommette anche lui all’ippica, ma non sempre. Ora che ci<br />

penso è l’uomo che avevo visto <strong>il</strong> primo giorno con la ragazza a seguito.<br />

Ore 17.00<br />

43 persone in sala. 20 stranieri. C mi dice che oggi non ha giocato perché ieri ha perso 500 euro, ma<br />

poi ci ripensa e dà 50 euro ad un altro giocatore per fargli giocare un cavallo. Mi dice: “non puoi stare<br />

qui dentro senza fare almeno una giocata al giorno!”. Tutti mi salutano, si sono abituati ad avermi tra i<br />

piedi. Anche coloro che non hanno voluto comp<strong>il</strong>are <strong>il</strong> questionario e sono visib<strong>il</strong>mente infastiditi<br />

dalla mia presenza. Mi sorridono anche. Oggi però c’è un’aria diversa in sala, sarà la stanchezza <strong>del</strong><br />

fine settimana? Le continue perdite? Sono sempre gli stessi giocatori, vestiti uguali, ma hanno <strong>le</strong> facce<br />

stanche. Passeggiano avanti e indietro. Si str<strong>il</strong>la un po’ in sala. Uno dei due ubriachi sembra dar un po’<br />

fastidio ai giocatori. Chiede insistentemente soldi. Più volte da quando è qui è stato allontanato.<br />

Sembrano tutti tesi per questa presenza.<br />

Ore 18.00<br />

Rissa sfiorata in sala. L’uomo ubriaco si avvicina a me e dice qualcosa che non è molto comprensib<strong>il</strong>e.<br />

C capisce e per difendermi comincia ad urlargli contro, dicendogli che non deve permettersi di<br />

parlarmi così. Il tizio ubriaco si altera e gli dice di non intromettersi. Tutti i giocatori si dispongono<br />

intorno a noi, molto probab<strong>il</strong>mente per intervenire in caso di prob<strong>le</strong>mi. Sono molto solidali tra di loro,<br />

alcuni sono davvero amici. Per esempio c’è un giocatore che tutte <strong>le</strong> sere accompagna a casa C e si<br />

fermano nei ristoranti a cenare insieme.<br />

Ad ogni modo, la discussione è degenerata. È intervenuto <strong>il</strong> ragazzo <strong>del</strong>la security che si è messo in<br />

mezzo. È volato solo un ceffone. Sinceramente questo episodio mi ha spaventata un po’. Anche se<br />

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