"il gioco d'azzardo - le ludopatie" analisi del fenomeno - Codacons

La componente emozionale e adrenalinica è più diluita in questo tipo di giocatori:
“con il calcio è difficile provare adrenalina perché scommetti e poi aspetti che finiscono le
partite; gioco una serie di partite, per esempio dieci partite, nove le ho prese, sto lì a guardare
l’ultima là ce l’ho, una volta mi è capitato che ho preso tutte quelle del pomeriggio, c’era il
posticipo, ho perso perché all’ultimo secondo hanno pareggiato e io avevo giocato il 2, due
anni fa per il Milan ho perso” (giocatore sociale, Roma).
I luoghi in cui si preferisce giocare non costituiscono, almeno dall’analisi dei focus group, una
variabile descrittiva determinante allo scopo di selezionare i comportamenti sociali da altri giudicabili
maggiormente a rischio.
Da questa immagine, articolata e trasversale sembra distaccarsi il giocatore dell’ippica. In questo caso
il rapporto con il luogo di gioco, la sala corse, sembra essere più forte ma è, in generale, tutto il mondo
legato alle scommesse sui cavalli che appare differente, un cluster a sé stante.
Gli altri giocatori che qui sono stati descritti come giocatori patologici, dichiarano comportamenti più
flessibili in relazione ai luoghi di gioco:
“giocavo dove capitava, dappertutto perché (le slot machines) stanno dappertutto” (giocatore
patologico, Roma);
“giocavo vicino casa, però dove capita” (giocatore patologico, Roma);
“il giocatore non gioca mai vicino casa” (giocatore patologico, Roma);
“io giocavo alle scommesse sportive ma evitavo di andare dove si scommette ai cavalli perché
quell’ambiente non mi piaceva” (giocatore patologico, Bolzano);
“in genere giocavo vicino casa, uno un po’ più riservato perché ce n’era un altro che offriva
prestiti ed io ero contrario a questo” (giocatore patologico, Roma).
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