"il gioco d'azzardo - le ludopatie" analisi del fenomeno - Codacons

Eppure chi ha giocato spesso era di ceto medio-basso e dovrebbe dare un certo peso ai soldi, eppure
dentro quella sala è come se i soldi si trovassero sempre e comunque, è come se per il gioco i soldi si
“devono” trovare.
Quando ho iniziato questa osservazione già dal primo giorno ho fatto molte domande alle operatrici e
loro stesse me ne hanno rivolte perché erano incuriosite da me. Tutte e tre dovendomi dare un giudizio
su che tipo di giocatori avesse quella sala mi hanno risposto senza alcuna esitazione che “nessuno era
un gran giocatore, non c’erano li giocatori accaniti o malati”….ebbene io ho visto giocatori passarvi
almeno sei ore dentro, ipnotizzati davanti ad una slot o davanti ad uno schermo a guardare le corse dei
cavalli…io ho visto spendere soldi come se quelle banconote fossero i gettoni del monopoli….ma
continuavo a vedere le operatrici impassibili, non impressionate. Alla fine ho trovato una sola
spiegazione: sono assuefatte.
Credo che le operatrici a poco a poco abbiano perso la lucidità per effettuare un esame di realtà dei
giocatori: li vedono come soldi da cambiare in monete, come soldi per puntare sui cavalli. Non vedono
più la persona, non hanno più la criticità per definire un piacere ludico da un piacere perverso e malato.
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