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"il gioco d'azzardo - le ludopatie" analisi del fenomeno - Codacons

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Il suo rapporto con <strong>il</strong> <strong>gioco</strong> e la consapevo<strong>le</strong>zza di se stesso come giocatore negli anni sono, dunque,<br />

profondamente cambiate: ”Una volta giocare mi piaceva, mi divertiva... 2 anni fa circa ha cominciato<br />

a darmi fastidio perché non capivo cosa ci facevo là dentro (si intenda nella sala). Oggi mi dà meno<br />

fastidio, ma non mi piace più. In poche paro<strong>le</strong> mi sento passivo, <strong>gioco</strong> per inerzia, in modo<br />

compulsivo. In realtà anche in passato era così... ma sono io che, attualmente, vivo questa cosa<br />

diversamente... in maniera più arrendevo<strong>le</strong>... è come se mi fossi non dico proprio arreso a questa<br />

situazione...ma <strong>il</strong> termine arreso rende un po’ l’idea. D’altronde se prima c’era un fastidio, una non<br />

comprensione di cosa facevo, adesso non so... forse c’è un’assuefazione...”.<br />

Il <strong>gioco</strong>, lo st<strong>il</strong>e di vita e la dimensione affettivo – relaziona<strong>le</strong><br />

Ma. attraversa senza dubbio un momento di grande difficoltà e tensione emotiva.<br />

Oltre ai numerosi prob<strong>le</strong>mi economici che si trova ad affrontare a causa <strong>del</strong> <strong>gioco</strong> che secondo lui<br />

sono: “I meno gravi... perché sono recuperab<strong>il</strong>i.” Sente di aver perso comp<strong>le</strong>tamente la sua dignità, si<br />

sente senza anima: “Magari fossi stato avido, così non avrei giocato... L’anima ho perso! Quando<br />

giochi sei carcassa, rimane solo quello... Di te rimane solo quello!Poi quando perdi la dignità diventi<br />

falso e non riesci più ad avere <strong>del</strong><strong>le</strong> relazioni sociali... <strong>le</strong> persone si allontanano... perdi tutto!” .<br />

Rispetto ai suoi attuali rapporti con la famiglia Ma. racconta di avere parlato pochi giorni fa con la<br />

madre - con la qua<strong>le</strong> sembra avere un rapporto molto diffic<strong>il</strong>e, alquanto irrisolto - <strong>del</strong>la sua diffic<strong>il</strong>e<br />

situazione. Spera di riuscire a riorganizzarsi economicamente così da poter andare a vivere da solo.<br />

Allo stesso tempo si rende conto che, troppo spesso, ha promesso a se stesso di ridare un nuovo assetto<br />

alla sua vita senza mai riuscirci: “Ho parlato l’altro giorno con mia madre... quest’ inverno a<br />

settembre, ottobre, mi devo organizza’ e devo trova’ un secondo lavoro. Anche se quello che sto<br />

dicendo potrebbero rimanere solo frasi, come spesso, anzi sempre è accaduto nella mia vita. Me ne<br />

voglio andare. Però, prima di andarmene, devo creare <strong>le</strong> circostanze giuste per farlo. Anche perché,<br />

comunque, qualche soldo a casa lo dovrò sempre passare a mia madre, dovrò pagare qualcos’ altro,<br />

da qualche altra parte e quindi... Comunque si, gliene ho parlato. Devo dire che, in un certo senso,<br />

mia madre ha compreso. Cioè l’ ho dovuta un po’ psicanalizzare è vero, nel senso che <strong>le</strong> ho detto -<br />

metti da parte <strong>le</strong> tue paure, i tuoi sentimenti, <strong>le</strong> tue paranoie... prendi solo la certezza che non ti<br />

lascerò mai da sola in vecchiaia -. Sono cose bas<strong>il</strong>ari queste. Probab<strong>il</strong>mente ciò che non va in me è<br />

dovuto anche a questo fatto. Ho bisogno di stare da solo di staccarmi da qua”.<br />

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