"il gioco d'azzardo - le ludopatie" analisi del fenomeno - Codacons

3.5 Storia di vita di M.
46 anni, campana
Sposata da circa 8 anni ha 1 figlio di 11 anni ed anche suo marito e un giocatore accanito
Titolo di studio: Licenza media
Professione: Casalinga
Giochi Favoriti: Scommesse sportive (calcio in particolare) e Win for life (anche se attualmente
dichiara di avere smesso di giocarci.)
Il rapporto con il Gioco
M. ha cominciato a giocare per caso una decina di anni fa spinta, inizialmente, da una passione per lo
sport: “A me piace lo sport in generale, il calcio, ma anche il tennis, il basket... allora visto che sono
state aperte tutte queste ricevitorie ho iniziato a frequentarle; poi, pian piano, mi sono trovata
dentro... principalmente mi dedico alle scommesse sul calcio. In realtà appena è nato Win for life per
me è stato proprio una droga! Per fortuna ne sono uscita! Era una droga perché si dovevano fare
tante scommesse durante la giornata... dovevo venire continuamente in sala per controllare se i
numeri erano usciti ... poi se non erano stati estratti li rigiocavo di nuovo! Mi impegnava
tantissimo!Praticamente ci dedicavo tutta la giornata... ma quello è proprio un GIOCO ... non come le
scommesse!”.
Quando gioca M. sente la sfida contro la fortuna: “Quando giochi pensi sempre però....(fortuna)
potresti farmi vincere qualche volta! Dai che ti costa?” . Di più trae piacere dal fatto di giocare anche
perché si sente abile. Per M. scommettere sul calcio è anche prova della sua bravura in questo campo,
bravura che le consente di essere apprezzata e ricercata dalle persone dell’ambiente. Fare scommesse
sportive azzeccare i risultati giusti per M. è qualcosa di molto diverso dal GIOCARE. Il Win for life è
un GIOCO vero proprio, scommettere è frutto di un’abilità: “A parte quel periodo in cui mi ero fissata
con il win for life giocare mi piace! Poi, se sei brava, se di pallone te ne intendi e vinci fai tante
amicizie... tutti ti cercano per chiederti consigli sui risultati delle partite, ti chiamano...”.
Ecco perché riconosce nel periodo in cui giocava al Win for life una fase di rischio ma ciò, dice, non
ha nulla a che vedere con la sua passione per le scommesse sportive.
Con un certo distacco, parlando in terza persona, quasi come se la cosa non la riguardasse, senza
lasciar trasparire alcun trasporto emotivo M. riconosce che: “Si va a giocare per tentare di vincere...
con la speranza di fare quella vincita che possa risolvere un po’ la tua situazione...
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