"il gioco d'azzardo - le ludopatie" analisi del fenomeno - Codacons
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3.6 Storia di vita di Ma.<br />
37 anni, romano<br />
Celibe, vive con la madre<br />
Professione: Dipendente nel settore informatico<br />
Giochi Favoriti: Cavalli, lotto, scommesse sportive<br />
Circa tre anni fa per riuscire ad uscire dal tunnel <strong>del</strong>la ludopatia, in un momento in cui stava<br />
molto ma<strong>le</strong>, ha contattato spontaneamente via internet la S.I.I.Pa.C. (Società italiana<br />
d’intervento sul<strong>le</strong> patologie compulsive). Partecipando agli incontri con una psicoterapeuta è<br />
riuscito, per la prima volta, a giocare di meno, ad andare in sala senza scommettere, ma poi, non<br />
avendo i soldi per pagare la terapia e non avendo la costanza, né la giusta forza interiore per<br />
continuare, ha interrotto <strong>il</strong> suo percorso.<br />
Il rapporto con <strong>il</strong> Gioco<br />
Ma. ha iniziato a giocare seguendo <strong>le</strong> orme <strong>del</strong> padre, accanito giocatore, circa 20 anni fa.<br />
Preva<strong>le</strong>ntemente è interessato al picchetto (scommesse sul calcio a quota fissa) ai cavalli, che “gli<br />
occupano la maggior parte <strong>del</strong>la giornata”e al lotto. Attualmente si reca in sala a scommettere tutti i<br />
giorni.<br />
La sua carriera di giocatore è iniziata quando era un ragazzino di circa 13-14 anni. Ma. pensa che la<br />
sua famiglia d’origine abbia avuto un ruolo fortemente significativo nella sua iniziazione al <strong>gioco</strong>: “Ho<br />
iniziato, forse, per 2 motivi. Primo, perché accanto avevo mio padre che giocava e, in un certo senso,<br />
mi sentivo in dovere di andargli dietro, di seguire <strong>le</strong> sue orme ... Secondo, a causa <strong>del</strong> rapporto che<br />
aveva mio padre con i soldi: per lui non contavano nulla... non gli dava alcuna importanza. Questi 2<br />
e<strong>le</strong>menti, diciamo, hanno contribuito a costruire una solida prima base di me come giocatore”.<br />
Ma. sottolinea che l’essere cresciuto in una famiglia totalmente priva di valori e di sani principi, in cui<br />
i genitori gli hanno insegnato che per vivere non occorre lavorare, bensì rubare o giocare, ha inciso<br />
negativamente sulla formazione <strong>del</strong>la sua personalità “Mio padre, racconta, per vivere rubava, non<br />
lavorava... mia madre era un po’ così... non mi ha dato buone armi per capire <strong>le</strong> cose. Loro mi hanno<br />
insegnato che se hai difficoltà economiche ci sono solo due soluzioni: o giochi o rubi. Probab<strong>il</strong>mente<br />
se mi avessero trasmesso <strong>il</strong> valore <strong>del</strong> lavoro, l’importanza <strong>del</strong>la fatica per ottenere <strong>le</strong> cose,<br />
probab<strong>il</strong>mente, sarei stato diverso oggi...”.<br />
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