"il gioco d'azzardo - le ludopatie" analisi del fenomeno - Codacons
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Teorie e mo<strong>del</strong>li eziopatogenetici a confronto<br />
Numerosi studi hanno cercato di individuare i fattori di rischio che predispongono a diventare gio-<br />
catori patologici, ricorrendo a tre aspetti, generalmente ritenuti in interazione fra loro:<br />
- IPOTESI NEUROBIOLOGICHE. In ta<strong>le</strong> ambito rientrano <strong>le</strong> ricerche volte a dimostrare l’esistenza<br />
di specifiche anomalie di funzionamento <strong>del</strong> SNC; gli studiosi <strong>del</strong> settore si sono concentrati mag-<br />
giormente sull’attività di alcuni neurotrasmettitori (serotonina, dopamina e noradrenalina) assurti<br />
al ruolo di “marker biologici” <strong>del</strong> disturbo, ma non mancano indagini genetiche volte a confermare<br />
l’esistenza di un possib<strong>il</strong>e fattore di rischio ereditario;<br />
- IPOTESI PSICOLOGICHE (l’approccio psicoanalitico, la teoria comportamenta<strong>le</strong>, la scuola cogni-<br />
tiva). Molti studi si rifanno a specifici orientamenti psicologici per comprendere <strong>le</strong> dinamiche <strong>del</strong><br />
GAP, in particolare, sono stati impiegati mo<strong>del</strong>li di derivazione psicoanalitica che indagano <strong>le</strong> de-<br />
terminanti intrapsichiche <strong>del</strong> <strong>gioco</strong> maladattivo, enfatizzando <strong>il</strong> ruolo <strong>del</strong> senso di colpa e <strong>del</strong><strong>le</strong> pro-<br />
pensioni masochistiche quali principali derivati inconsci; approcci comportamentali che analizzano<br />
<strong>le</strong> condotte di <strong>gioco</strong> alla luce dei meccanismi <strong>del</strong> condizionamento operante; teorie cognitive che<br />
si concentrano sulla spiegazione <strong>del</strong>l’apparente irrazionalità <strong>del</strong><strong>le</strong> strategie adottate dal giocatore<br />
patologico nello scommettere.<br />
- IPOTESI SOCIOLOGICHE. In questa macro-categoria rientrano <strong>le</strong> investigazioni volte ad analizzare<br />
<strong>le</strong> principali caratteristiche <strong>del</strong> contesto socia<strong>le</strong> entro cui <strong>il</strong> giocatore patologico si muove.<br />
Tutti questi mo<strong>del</strong>li “monovariati” presentano, però, evidenti limiti che non possono essere ignora-<br />
ti. Quando si tenta dogmaticamente di ridurre l’insieme <strong>del</strong> prob<strong>le</strong>ma ad un’unica causa, infatti, ne<br />
deriva una visione riduttiva e solo parzialmente vera. Ad esempio, gli approcci centrati sul soggetto<br />
possono far emergere due forme di mo<strong>del</strong>li estrema-mente riduttivi:<br />
- La psico<strong>analisi</strong> radica<strong>le</strong>, che tende a ricondurre ogni prob<strong>le</strong>ma alla struttura di personalità e alla<br />
sua interazione con la storia <strong>del</strong> soggetto. Molti terapeuti rifiutano ancora una specificità <strong>del</strong> gio-<br />
co d’azzardo patologico, e in esso vedono solo una produzione sintomatica;<br />
- la psichiatria biologica, che, per <strong>le</strong> dipendenze, tende verso quella che troppi psichiatri immagi-<br />
nano essere la spiegazione ultima: la genetica.<br />
È necessario quindi accettare la possib<strong>il</strong>ità di non costringere la percezione di un’attività come <strong>il</strong><br />
<strong>gioco</strong> a un’unica disciplina, poiché in tal modo si correrebbe <strong>il</strong> rischio di spiegare solo una “facciata”<br />
di un <strong>fenomeno</strong> molto più comp<strong>le</strong>sso.<br />
Il <strong>gioco</strong> d’azzardo rappresenta un comportamento estremamente diffuso, tol<strong>le</strong>rato e anche<br />
socialmente incentivato.<br />
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