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"il gioco d'azzardo - le ludopatie" analisi del fenomeno - Codacons

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Quello che ricordo di quand’ero piccolo era che ogni giorno era davvero diverso dall’altro, con una<br />

costante: giocavo sempre a soldi su tutto”.<br />

Dopo <strong>il</strong> periodo pre-ado<strong>le</strong>scenzia<strong>le</strong>, G. ha abbandonato la sua passione per <strong>il</strong> <strong>gioco</strong>, recuperandola<br />

negli anni <strong>del</strong> Liceo in cerca di divertimento.<br />

“Con un amico giocavamo con una specie di macchinetta, che ora non c’è più, che si trovava quasi in<br />

ogni bar; si lanciavano <strong>del</strong><strong>le</strong> palline e si cercava di fare terno, quaterna, cinquina...facevamo anche<br />

<strong>del</strong><strong>le</strong> picco<strong>le</strong> commissioni per gli altri giocatori più accaniti di noi. In pratica, visto che loro<br />

giocavano molte ore, avevano bisogno spesso di cambiare i soldi, noi allora glieli cambiavano e loro,<br />

in cambio, ci regalavano dei gettoni. Poi a 18-19 anni ho iniziato a frequentare i Circoli dove dall’8<br />

dicembre fino alla Befana giocavamo a poker a baccarat...e lì per 2-3 anni è stata un po’ una rovina<br />

perché sono entrato in giri diversi, dove si giocava di più. Poi c’è stato un altro periodo di tempo in<br />

cui non ho giocato più. Ho ripreso nuovamente a 30 anni per noia, per impegnare <strong>il</strong> tempo, quando mi<br />

sono sposato ed è nato <strong>il</strong> mio primo figlio. Vo<strong>le</strong>vo sfuggire al<strong>le</strong> mie responsab<strong>il</strong>ità”.<br />

In questo terzo momento di ripresa <strong>del</strong> <strong>gioco</strong>, G. ha voluto, spinto dalla curiosità, provare <strong>le</strong> slot. Il<br />

suo rapporto con la slot si è configurato sempre più come una sfida con se stesso per cercare di<br />

recuperare <strong>le</strong> somme perse.<br />

“Con <strong>le</strong> altre macchinette con cui giocavo, quando ero ragazzo, c’era in ballo oltre alla sfida anche<br />

la bravura...con queste nuove macchinette l’ab<strong>il</strong>ità conta zero, perciò non mi avevano mai attirato<br />

prima. Ciò che mi ha attratto è stato <strong>il</strong> desiderio di recuperare ogni volta <strong>le</strong> somme che perdevo. Era<br />

una sfida con me stesso. Dovevo recuperare i soldi, dovevo rifarmi! ”.<br />

G. ha cominciato a giocare al<strong>le</strong> slot al bar sotto casa sua, lo stesso che frequentava fin da bambino.<br />

Giocava tutti i giorni spinto dal costante desiderio di “vincere in una volta tutto quello che avevo<br />

perso”.<br />

Come lui stesso tiene a precisare, tuttavia, “Il desiderio economico io lo vedo sotto un’altra forma...<br />

quella <strong>del</strong>l’incontentab<strong>il</strong>ità: nel senso che chi va a giocare molto spesso va a giocare con la<br />

convinzione di vincere <strong>il</strong> massimo … la prima cosa che uno fa quando entra in un bar e gioca è:<br />

giocare per <strong>il</strong> massimo. Non ci si accontenta. Anche la vincita immediata non ti toglie quella voglia da<br />

dosso … è come una droga! Mano a mano che si gioca e si comincia a perdere ci si rende conto che al<br />

massimo non ci si potrà mai arrivare ma, nonostante ciò, si cerca di recuperare la cifra persa in quel<br />

momento. Da lì inizia una strada tutta in discesa… è come quando cominci a cadere in una discesa e<br />

poi, man mano, arrivi fino a giù ”.<br />

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