"il gioco d'azzardo - le ludopatie" analisi del fenomeno - Codacons
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Poi <strong>il</strong> <strong>gioco</strong> ti prende un po’ la mano. Inizi piano piano ma alla fine ti ritrovi coinvolta, non riesci a<br />
dominare la voglia né a dosare la spesa per <strong>il</strong> <strong>gioco</strong>. A volte, certo, vinci, ma poi diventa norma<strong>le</strong><br />
reinvestire nel <strong>gioco</strong> molto di più di quanto hai vinto...<br />
Io, in verità, quest’anno sono stata molto fortunata. Il punto è che c’è gente che non riuscirà mai ad<br />
uscirne perché quando investi molto, tendi a giocare per recuperare quello che hai investito. Ma alla<br />
fine non recuperi niente e continui a perdere!”.<br />
M. ritiene che questa prob<strong>le</strong>matica riguardi soprattutto gli uomini: “Sono i maschi soprattutto a farsi<br />
prendere da questa smania di giocare per recuperare i soldi persi e poi non riescono più a tornare<br />
indietro... ne ho visti tanti perdere una posizione per <strong>il</strong> <strong>gioco</strong>, ai cavalli e al<strong>le</strong> macchinette...<strong>le</strong> donne,<br />
invece, mi sembrano in minoranza. Certo ci sono stati episodi che mi hanno rif<strong>le</strong>ttere...” .<br />
Il <strong>gioco</strong>, lo st<strong>il</strong>e di vita e la dimensione affettivo – relaziona<strong>le</strong><br />
Mostrando un inizia<strong>le</strong> grado di consapevo<strong>le</strong>zza <strong>del</strong>la sua prob<strong>le</strong>matica M. afferma che, a causa <strong>del</strong><br />
<strong>gioco</strong>, ha sottratto <strong>del</strong> tempo alla sua famiglia ed in particolare a suo figlio, soprattutto nella fase in cui<br />
giocava a Win for life: “C’è stato un periodo in cui non riuscivo più a controllarmi. Però pian piano<br />
ho capito che questo (giocare) mi avrebbe portato alla deriva. Non è che proprio avevo abbandonato<br />
mio figlio... ma tutto <strong>il</strong> mio interesse era rivolto al <strong>gioco</strong>, anche mio figlio se ne accorgeva, mi diceva -<br />
Mamma sei cambiata, che succede? corri sempre la! – Per questo ho cercato di rientrare nella<br />
norma”.<br />
Ripensando oggi con più tranqu<strong>il</strong>lità a questa fase così critica M. afferma che: “Giocare ogni tanto è<br />
bello però, se ti prende …. vengono dei momenti in cui ti senti ma<strong>le</strong> … come ti devo dire … insulti la<br />
tua persona, perdi comp<strong>le</strong>tamente <strong>il</strong> senso di te stesso…”.<br />
Nutre ancora molti sensi di colpa ripensando a questa periodo anche perché <strong>le</strong> perdite nel <strong>gioco</strong> hanno<br />
influito negativamente sul benessere <strong>del</strong> figlio: ” mio figlio diceva - mamma se ti conservavi<br />
qualcosina quest’anno ci andavamo a fare una vacanza e invece i soldi li hai spesi ...”.<br />
Allo stesso tempo però è chiaro che <strong>il</strong> suo rapporto con <strong>il</strong> <strong>gioco</strong>, con l’idea <strong>del</strong>la fortuna presenti <strong>del</strong><strong>le</strong><br />
anomalie. E’ sempre al <strong>gioco</strong> e alla fortuna, infatti, che M. col<strong>le</strong>ga la sua tranqu<strong>il</strong>lità in senso<br />
economico, racconta: “Per fortuna quest’anno sono riuscita giocando a recuperare in parte quello<br />
che avevo speso ... in passato ero in credito con la fortuna!Ora ve meglio!”.<br />
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