"il gioco d'azzardo - le ludopatie" analisi del fenomeno - Codacons

dall’inizio della mia osservazione mi hanno avvisata di non spaventarmi se succedeva qualcosa, capita
che discutano tra di loro.
Comunque in sala erano presenti 32 giocatori, di cui 5 stranieri.
Rientra l’invisibile! Verso le 18:45 entra sempre un uomo in divisa, gioca e va via.
Dopo la sfiorata rissa, un uomo, sui 45 anni, che dal primo giorno si è rifiutato di fare il Sogs, viene
convinto da un altro giocatore, sempre presente in sala che ha già fatto il Sogs, a compilarlo. Mi dice
che lo fa solo perché si è dispiaciuto per lo spavento che mi sono presa. L’uomo che aveva già risposto
al questionario gli dice: “dai facciamolo insieme; guarda che dopo averlo fatto capirai un po’ di cose, è
utile rispondere!”
Ore 19.00
30 in sala, 4 stranieri. Tutti in sala scommesse. Entra una donna e gioca all’ippica. A quest’ora i
giocatori non sono molto accaniti, forse le corse si fermano per un po’. C’è qualcuno che chiacchiera
con altri giocatori, altri guardano nel vuoto, altri ancora controllano i risultati, qualcuno va a giocare
prima di andare a casa. Gioca alle corse della sera, ma controllerà domani, quando tornerà in sala.
Ore 20.00
26 persone, di cui 6 stranieri. C’è la fidanzata dell’uomo ubriaco. Gioca anche lei ai cavalli. Gli
stranieri in sala ippica sono cinesi. Sembrano molto accaniti. Puntano sui cavalli somme molto alte,
anche 500 euro a puntata. Giocano ininterrottamente.
Ore 21.00
15 Persone in sala. È tornato l’uomo di colore. Gioca; si dirige prima alle scommesse calcistiche, poi
scommette all’ippica. Per più di un ora continua a scommettere. Anche lui è vestito come tutti gli altri
giorni. L’età delle persone in sala, a parte 2, è superiore ai 60.
Ore 22.00
Ritorna la signora di prima, la 70enne che scommette ai cavalli. Si avvicina agli sportelli e scommette
ai cavalli. Tutti i giocatori abituali della sala stasera si rivolgono agli operatori dicendo “stasera c’è la
creme de la creme”, riferendosi alle persone che erano in sala ubriachi. Etichettano gli altri come
dipendenti, ma non riconoscono anche in loro una dipendenza. È un modo anche per indicare la sala
come “loro” e che nessuno può permettersi di andare a “disturbarli”.
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