"il gioco d'azzardo - le ludopatie" analisi del fenomeno - Codacons
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premio e condanna) che porta alla malattia. Il giocatore patologico arriva al punto di abbandonare<br />
la famiglia, <strong>il</strong> lavoro e gli amici per dedicarsi in modo esclusivo al suo appuntamento con la fortuna<br />
che, grazie al fascino <strong>del</strong>l’incertezza, non lo <strong>del</strong>uderà mai perché in entrambi i casi (vincere o per-<br />
dere) egli avrà confermato a se stesso di esistere: la vincita è un premio che lo appaga, la perdita è<br />
una punizione che merita.<br />
In “Caratteristiche di personalità e trappo<strong>le</strong> cognitive nel <strong>gioco</strong> d’azzardo patologico” che la mag-<br />
gioranza dei soggetti patologici ha più di 40 anni. Come ampiamente dimostrato da altre indagini,<br />
inoltre, anche in questo caso si è potuto osservare che gli uomini patologici risultano aver iniziato a<br />
giocare prima <strong>del</strong><strong>le</strong> donne. Rispetto ai giocatori sociali, poi, che hanno indicato di preferire giochi<br />
più <strong>le</strong>nti come Lotto e Superenalotto, i giocatori patologici risultano preferire giochi quali slotma-<br />
chine e video-poker, caratterizzati quindi da round veloci, da riscossione immediata e in cui viene<br />
escluso <strong>del</strong> tutto o quasi l’e<strong>le</strong>mento <strong>del</strong>la socialità. Lo Stato e i mass media sono considerati “com-<br />
plici” poiché stimolano la gente a continuare a giocare, nonostante <strong>le</strong> continue perdite, attraverso<br />
ad esempio <strong>le</strong> notizie di vincite favolose.<br />
In “Nuovi media e scommesse sportive. Le scommesse online una prima <strong>analisi</strong> <strong>del</strong> <strong>fenomeno</strong>” ha<br />
esaminato gli aspetti pratici e in parte giuridici e sociali <strong>del</strong> <strong>fenomeno</strong> <strong>del</strong> “<strong>gioco</strong> on-line” per avere<br />
gli e<strong>le</strong>menti per una migliore comprensione dei prob<strong>le</strong>mi connessi al <strong>fenomeno</strong>. Si deve infatti r<strong>il</strong>e-<br />
vare che alcuni aspetti dei tentativi di regolamentazione <strong>del</strong> <strong>gioco</strong> on-line hanno sol<strong>le</strong>vato prob<strong>le</strong>mi<br />
di ordine più genera<strong>le</strong> che attengono alla regolamentazione <strong>del</strong>la stessa attività di comunicazione<br />
tramite Internet. La pratica di f<strong>il</strong>trare i siti web è diventata consuetudine pericolosa che può avere<br />
rif<strong>le</strong>ssi sulla libertà di espressione e di navigazione. Per dare efficacia alla censura occorrerebbero<br />
evidentemente mezzi tecnologici molto sofisticati e soprattutto accordi tra <strong>le</strong> <strong>le</strong>gislazioni nazionali<br />
tali che i provvedimenti possano acquisire efficacia giuridica in tutte <strong>le</strong> nazioni e in tutti territori<br />
di competenza. Inoltre, impedire con la forza ad un cittadino italiano di raggiungere un sito estero<br />
perché potrebbe usarlo per scommettere fuori dai confini nazionali, è una operazione di censura<br />
vana. Già adesso è possib<strong>il</strong>e, ut<strong>il</strong>izzando i moltissimi proxy server posti fuori dal confine naziona<strong>le</strong>,<br />
col<strong>le</strong>garsi fac<strong>il</strong>mente ed impunemente ai siti di scommessa censurati.<br />
In “La patologia <strong>del</strong> <strong>gioco</strong> d’azzardo nell’età moderna l’informazione come cura” Il prob<strong>le</strong>ma <strong>del</strong><br />
<strong>gioco</strong> d’azzardo patologico si inserisce in un contesto che abbraccia molti mali, la cui <strong>analisi</strong> porta<br />
a concludere come <strong>il</strong> <strong>gioco</strong> d’azzardo non si possa curare, non essendoci medicine o interventi chi-<br />
rurgici che aiutino ad allontanarsi da esso. La proposta <strong>del</strong>l’autore riguarda una vera e sana preven-<br />
zione, attraverso i caratteri che contraddistinguono <strong>il</strong> nostro paese come società e come nazione, ma<br />
ancor prima attraverso <strong>le</strong> radici <strong>del</strong>la nostra appartenenza ad una cultura contadina o nob<strong>il</strong>e, una<br />
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