"il gioco d'azzardo - le ludopatie" analisi del fenomeno - Codacons
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3.4 Storia di vita di L.<br />
55 anni, campana<br />
Sposata da circa 8 anni ha 2 figli, una femmina di 25 ed un maschio di 30 anni.<br />
Il primogenito lavora e vive con la sua compagna, la secondogenita è impiegata come<br />
rappresentante, quindi, pur vivendo con i genitori, è spesso fuori casa.<br />
Professione: Impiegata da 30 anni<br />
Giochi Favoriti: Lotto, Gratta e Vinci, Bingo<br />
Primogenita di 8 figli (6 femmine e 2 maschi) L. ha sempre ricoperto un ruolo di grossa<br />
responsab<strong>il</strong>ità sia nella famiglia di origine sia nella famiglia attua<strong>le</strong>. Pur lavorando, infatti, si è<br />
sempre occupata di tutto, svincolando sia <strong>il</strong> marito che i figli da ogni incombenza domestica.<br />
Entrambi i figli di L. lavorano e sono totalmente indipendenti. Dall’angoscia con la qua<strong>le</strong> ha<br />
raccontato questi e<strong>le</strong>menti <strong>del</strong>la sua vita privata è possib<strong>il</strong>e ipotizzare che L. abbia vissuto in<br />
maniera non adeguata la cosiddetta fase “<strong>del</strong> nido vuoto”: quando <strong>le</strong> sue responsab<strong>il</strong>ità di<br />
mamma sono diminuite con l’ingresso dei figli nel mondo <strong>del</strong> lavoro, Lei si è sentita sola<br />
incontrando difficoltà nel ridefinire <strong>il</strong> suo equ<strong>il</strong>ibrio di vita con <strong>il</strong> marito. E’ verosim<strong>il</strong>e pensare<br />
che in questo contesto abbia trovato nel <strong>gioco</strong> <strong>il</strong> modo con cui riempire <strong>le</strong> sue giornate, con cui<br />
colmare <strong>il</strong> vuoto lasciato dal<strong>le</strong> tante necessità e bisogni dei suo cari a cui, fin da bambina, era<br />
abituata a far fronte. Il <strong>gioco</strong> in qualche modo l’ha fatta sentire di nuovo “viva”, per <strong>le</strong>i giocare è<br />
diventato l’imperativo - devo uscire, devo comprare <strong>il</strong> gratta e vinci, devo vincere – che dà senso<br />
al<strong>le</strong> sue giornate.<br />
Il suo stato d’animo è profondamente scosso da questa situazione, tant’è che al termine<br />
<strong>del</strong>l’intervista, è scoppiata in un pianto liberatorio che ha assunto <strong>le</strong> vesti di una chiara richiesta<br />
d’aiuto.<br />
Il rapporto con <strong>il</strong> Gioco<br />
L. ha iniziato a giocare all’incirca 7-8 anni fa: “All’inizio giocare mi piaceva, anche perché per me era<br />
qualcosa di nuovo. Vo<strong>le</strong>vo provare, sperimentare mi piaceva! Poi la situazione ha cominciato a<br />
sfuggirmi di mano. Non nascondo che, a volte, ho speso grosse somme. Magari quando al lavoro mi è<br />
capitato di prendere dei soldi in più, non l’ho detto a nessuno e li ho spesi per giocare. E questo mi fa<br />
star ma<strong>le</strong>....”.<br />
L. riconosce che giocare <strong>le</strong> è sempre piaciuto: “Ma giocavo solo picco<strong>le</strong> cifre... Ho iniziato con <strong>il</strong><br />
lotto, giocavo una volta a settimana quando, c’era l’estrazione solo di sabato.<br />
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