"il gioco d'azzardo - le ludopatie" analisi del fenomeno - Codacons

1. EXECUTIVE SUMMARY
La profondità dell’analisi qualitativa realizzata fa emergere certamente aspetti difficilmente
percepibili da indagini di tipo quantitativo per quanto sofisticate.
Gli aspetti rilevanti sui quali ragionare per sviluppare azioni di contrasto al gioco compulsivo, pur
sapendo che qualunque distribuzione gaussiana dei fenomeni sociali evidenzia l’esistenza di cluster
con comportamenti “al limite” (ed un fenomeno che riguarda circa 30 milioni di consumatori non
può e non potrà mai far tendere a 0 tali comportamenti).
1 a Evidenza: è sostanzialmente impossibile cercare di normalizzare le cause e le motivazioni
profonde per le quali un individuo si “perde” nel gioco. Le storie di vita, le frasi dette durante i
focus-group o raccontate sottovoce nel corso delle osservazioni evidenziano un percorso di vita e
di caduta sempre diverso. Si riescono ad isolare alcune radici comuni sulle quali è molto difficile
pensare di intervenire ex-ante. In particolare:
- la “familiarità”, una sorta di vocazione trasmissibile da padre in figlio (il genere
maschile è certamente più debole o per indole o per tradizione);
- uno stato latente di compulsività che trova nel gioco il suo strumento di
soddisfazione… ma che potrebbe essere agito su altre dimensioni sociali (il
consumismo, la pornografia, i videogiochi, il modellismo, ecc.);
- la solitudine intima che si correla spesso con l’uscita dalla vita attiva ed aggredisce le
fasce di età più adulte… ma non solo.
2 a Evidenza: anche in un panorama sempre più ricco ed articolato di prodotti due elementi
appaiono discriminanti nell’accompagnare la vita dei giocatori “compulsivi”:
− la possibilità teorica di vincere e quindi poter rigiocare, in un concatenamento perdere-
vincere-perdere-vincere che riesce così a non disallinearsi;
− la reiterazione quotidiana del gesto/dei gesti dentro una liturgia individuale o collettiva
comunque nota.
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