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l’intervento attenendosi alle istruzioni e presentare periodicamente un rendiconto<br />
completo concernente attività e accertamenti, le autorità competenti emanano le<br />
disposizioni di servizio riguardanti l’inchiesta mascherata e, in particolare, disciplinano<br />
il risarcimento delle spese supplementari e l’indennizzo dei danni subiti nell’ambito<br />
dell’operazione dalle persone che vi partecipano o, per perdita di sostegno, dai loro<br />
familiari. La norma si chiude con la precisazione dell’illiceità di qualsiasi pattuizione<br />
volta ad accordare premi correlati ai risultati.<br />
Al fine di creare un dovuto bilanciamento fra il necessario rapporto di<br />
subordinazione con l’autorità giudiziaria e le esigenze di sicurezza dell’agente infiltrato<br />
è stata istituita una nuova figura definita “persona di contatto”. Questi, per tutta la<br />
durata dell’intervento, istruisce l’agente infiltrato e mantiene il collegamento con<br />
l’autorità che ha ordinato l’inchiesta mascherata. La persona di contatto ha la facoltà di<br />
impartire indicazioni alla stregua di un superiore gerarchico e inoltre “istruisce in<br />
dettaglio l’agente infiltrato sul suo intervento, sulle sue attribuzioni e sull’utilizzazione<br />
dell’identità fittizia”. Lo stesso si occupa, inoltre, di dirigere e assistere l’agente<br />
infiltrato per tutta la durata dell’intervento.<br />
Il successivo art. 10 della legge federale 20 giugno 2003 risolve legislativamente<br />
il problema del limite dell’attività dell’agente undercover, segnando così, pro futuro, la<br />
sparizione del vecchio modello di agente provocatore caratterizzato dall’ampiezza della<br />
propria condotta potenzialmente criminale e criminogena. La disposizione de qua,<br />
unitamente all’art. 4, segnano, di fatto, i limiti entro i quali va disposta un’indagine<br />
undercover, sia per quanto attiene all’ambito oggettivo entro cui può essere disposta, sia<br />
in relazione alla condotta dell’infiltrato stesso.<br />
Così, l’inchiesta mascherata potrà essere ordinata solo se determinati fatti<br />
confermino il sospetto che siano stati commessi, o potrebbero verosimilmente essere<br />
commessi reati particolarmente gravi, ovvero – introducendo una sorta di principio di<br />
ultima ratio dell’indagine mascherata – qualora le operazioni d’inchiesta precedenti<br />
siano risultate infruttuose o le indagini risultassero altrimenti vane o<br />
sproporzionatamente ardue. Sotto il profilo soggettivo, inoltre, il legislatore elvetico ha<br />
voluto segnare il confine dell’apporto psichico e materiale che l’infiltrato possa avere<br />
nell’elaborazione del fatto antigiuridico. L’agente sotto copertura non deve risvegliare<br />
un’inclinazione latente a commettere un reato o a compiere un delitto più grave di<br />
quello previsto, ma deve limitarsi alla concretizzazione della già presente<br />
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