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potenziali cointeressati all’attività criminosa” 255 . La decisione acquista un notevole<br />
rilievo se si considera come la norma portoghese di riferimento – l’art. 52 d.l. n. 430<br />
emanato dal governo portoghese il 13.12.1983 – presenta notevoli affinità con il nostro<br />
art. 97 d.p.r. 309/1990, e che le legislazioni interne degli Stati aderenti oltre a dover<br />
essere rispettosa del proprio dettato Costituzionale, devono adeguarsi alle normative<br />
internazionali vigenti, ed in particolare alle disposizioni contenute nella C.e.d.u.<br />
Nella nota sentenza “Teixeira de Castro” la Corte europea si era trovata a<br />
verificare la legittimità di un provvedimento di condanna emesso a seguito di<br />
un’operazione sotto copertura intrapresa da agenti di polizia portoghese nei confronti di<br />
un soggetto senza precedenti specifici e tesa a procurargli, evidentemente, l’occasione<br />
di delinquere. E’ stata così censurata la possibilità di riconoscere la responsabilità di un<br />
soggetto provocato sulla base di un impianto accusatorio appositamente preordinato<br />
mediante una vera e propria istigazione delle forze dell’ordine. Entrando poi nel<br />
dettaglio della motivazione, due sembrano essere i profili di illegittimità rilevati.<br />
Innanzitutto, sembra evincersi che la prova dedotta attraverso un’attività undercover<br />
possa considerarsi pienamente ammissibile alla sola condizione che l’attività degli<br />
infiltrati si sia limitata ad una attività appunto di mera infiltrazione 256 , e non quando si<br />
spinga sino ad indurlo “positivamente” alla commissione del delitto per svelarne le<br />
attitudini criminose. Un secondo elemento acquista poi una valenza fondamentale,<br />
poiché eleva a condizione di utilizzabilità un presupposto che deve essere considerato<br />
premessa imprescindibile di ogni attività sotto copertura: il tipo di indagine svolto<br />
appariva intrinsecamente lesivo dei diritti fondamentali dell’uomo perché realizzato al<br />
di fuori di un procedimento gestito dall’autorità giudiziaria.<br />
L’esistenza di un duplice rilievo nella motivazione della sentenza, crea in realtà<br />
anche notevoli dubbi con riguardo ai profili che, attraverso un ragionamento induttivo,<br />
permettano di ricavare dal caso concreto la regola generale elaborata dalla Corte<br />
europea. Non è, invero, agevole comprendere se l’attività di vera e propria provocazione<br />
sia stata reputata in sé inammissibile, ovvero se la stessa sarebbe stata considerata<br />
legittima qualora fosse stata subordinata ad un controllo dell’autorità giudiziaria o,<br />
255 A. VALLINI, Il “caso Teixeira de Castro” davanti alla Corte europea dei diritti dell’Uomo ed il ruolo<br />
sistematico delle ipotesi “legali” di infiltrazione poliziesca, in LP, 1999, 197.<br />
256 Cfr. A. VALLINI, op. cit., 200; nel caso di specie l’attività di mera infiltrazione si sarebbe dovuta limitare<br />
alla sola stipula del negozio illecito con il provocato.<br />
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