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ignora i pregressi dell’indagato 348 . Si può allora dire che sussiste una scala di<br />
graduazione nella condotta dell’agente americano che si espande o si contrae a seconda<br />
della tendenza a delinquere dell’indagato 349 .<br />
Più che di una normativa tendente a impedire la violazione della legge ordinaria<br />
si ha una propensione a regolare l’attività di polizia con norme speciali che consentano<br />
un trattamento e una comprensione del fenomeno con tutte le peculiarità che sono insite<br />
nello stesso, non da ultimo un trattamento particolare per chi svolge una pericolosa<br />
attività nell’interesse dello Stato. Poiché il ricorso alle sanzioni penali gioca un ruolo<br />
minimo nel regolare le indagini sotto copertura, il sistema americano confida<br />
principalmente nelle regole disciplinari interne agli organi di polizia, nelle regole<br />
deontologiche dei pubblici ministeri e nella possibilità per gli imputati di appellarsi alla<br />
scriminante dell’induzione al reato. Tutto ciò a testimonianza di come il metodo<br />
dell’infiltrazione vada considerato come una vera e propria tecnica investigativa<br />
(rectius d’inchiesta), regolata da specifiche norme di polizia 350 . Va da se che la<br />
normativa americana in materia di agente infiltrato non possa mai essere invocata da<br />
soggetti non appartenenti alle forze dell’ordine, diversamente dal sistema italiano dove<br />
l’induzione al reato, intesa come forma di correità, trova applicazione sia nei confronti<br />
degli agenti di polizia sia dei privati cittadini.<br />
Spostandoci all’interno della fase processuale, l’attenzione deve essere rivolta al<br />
provocato e alla sua possibilità di invocare come causa di giustificazione l’induzione al<br />
reato da parte della polizia. Il sistema giurisprudenziale americano ha elaborato un<br />
metodo noto come “test soggettivo” volto a dimostrare se l’indagato abbia o no<br />
manifestato una propria inclinazione al delitto, a prescindere dalla provocazione subita.<br />
La Corte Suprema ha affermato che “la scriminante dell’induzione al reato può trovare<br />
applicazione solo ove sia stata la condotta degli infiltrati a instillare nell’indagato<br />
l’intento criminale” 351 . Adottando un test di natura soggettiva il risultato varierà, quindi,<br />
a seconda della mentalità di ogni singolo imputato, inoltre, non viene stabilita nessuna<br />
regola generale che governi la legittimità della condotta degli agenti di polizia. Esiste<br />
tuttavia una giurisprudenza minoritaria che applica un test di natura oggettiva<br />
utilizzando come parametro per verificare l’esistenza di una scriminate in favore<br />
348 Sorrels v. United States (1932), op. cit., 1196.<br />
349 J. ROSS, Quegli 007 infiltrati nel cuore del crimine, cit., 66.<br />
350 In tal senso ancora J. ROSS, Quegli 007 infiltrati nel cuore del crimine, cit., 67.<br />
351 United States v. Russell, 411 U.S. 423,436 – 1973.<br />
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