LE FRASCHETTE - Associazione Partigiani Cristiani

Accantonamento Profughi di Fumone”, ma già in una comunicazione del
Settembre 1942 se ne precisò la denominazione che rimarrà “ Campo di concentramento
Le Fraschette di Alatri”. Vennero realizzate 174 baracche in un
luogo pianeggiante, lontano dai centri abitati, ma senza realizzare le necessarie
infrastrutture, quali le strade, le fogne e l’acquedotto. L’elenco delle categorie
di persone internate, il numero e le provenienze le ha già indicate il professor
Capogreco.
Voglio sottolineare, come diceva don Giuseppe Capone, che non era certamente
un campo di villeggiatura, ma un campo d’internamento duro. Una
nota dell’Ispettorato Generale di Pubblica Sicurezza spiega il fine dell’operazione
fatta nei territori occupati militarmente ed annessi all’Italia. Non si
deportavano in Italia gli uomini, ma donne, famiglie intere. Si provvedeva
cioè all’internamento dei familiari dei ribelli in campi di concentramento
dalla dura disciplina al fine di ottenere la costituzione dei ribelli legati alle
proprie famiglie e la successiva costituzione anche dei recalcitranti “quando
saranno venuti a conoscenza che alla costituzione dei loro compagni è seguito
il ritorno immediato dei congiunti internati”.
Documenti d’archivio testimoniano l’opera di mons. Facchini. In una nota, la
Direzione del Campo avvisò la Prefettura di Frosinone che il Vescovo di
Alatri “ha elargito la somma di £ 15.000 al cappellano per aiuti alle famiglie
più bisognose. Questi aiuti vengono suddivisi nella misura di £ 50 a famiglia”.
Il Vescovo inviò al campo anche alcune casse di medicinali.
Negli archivi si scoprono anche fatti curiosi: il 1° maggio del ’43 vengono
122
da sx Bruno Olini, Carlo Spartaco Capogreco, Carlo Costantini,
Mario Costantini, Luigi Centra