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LE FRASCHETTE - Associazione Partigiani Cristiani

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Un’altra vittoria sul piano personale questa volta l’ottenni rivendicando il<br />

mio diritto ad un vitto migliore perché malata. Ci mandarono a fare le lastre<br />

radiologiche a Frosinone e in quell’occasione ebbi un vivace battibecco con<br />

un giovane ignorante poliziotto, il quale mi si rivolse con il tu e pretendeva<br />

che io gli dessi del voi: alla fine, non potendo averla vinta sul piano verbale<br />

voleva picchiarmi: dovettero intervenire due carabinieri a sedare la lite”.<br />

Dopo l’8 settembre, tra la confusione generale, la Deskovic decise di allontanarsi.<br />

Prese il treno per Roma e da lì risalì al Nord Italia. Erano arrivate in<br />

gruppo dall’isola di Ventotene, confinate ed internate politiche. Tra la prima e<br />

la seconda misura c’erano differenze pratiche. L’internamento era un provvedimento<br />

rapido e definitivo, mentre il confino aveva bisogno di maggiore<br />

burocrazia e quindi di tempi lunghi. L’elenco delle confinate ed internate provenienti<br />

da Ventotene, che comprende naturalmente anche Luisa Deskovic, lo<br />

si ritrova in calce al seguente documento di protesta indirizzato all’onorevole<br />

Ministro degli Interni il 27 agosto 1943:<br />

“Le confinate ed internate politiche: Buonacosa Emilia, Babek Giovanna,<br />

Kemperle Appolonia, Zalai Maria, Deskovic Vjekoslava, Deskovis Iulya,<br />

Belamaric Desanka, Nakicenovic Bojana, Tranak Nadia, Raineri Vincenza,<br />

trasferite dall’Isola di Ventotene al campo di concentramento Le Fraschette-<br />

Alatri, fanno presente a codesto Ministero quanto segue: Noi a Ventotene avevamo<br />

un trattamento come confinate ed internate politiche, questo campo<br />

invece non è adatto per noi. Inoltre facciamo presente che l’alimentazione è<br />

un’alimentazione di fame. Tutte le tessere sono state ritirate e per questo non<br />

si riceve neppure la metà di roba che ci spetta secondo la legge d’alimentazione<br />

in tempo di guerra. Ancora peggiore è il fatto che tutta la mazzetta di<br />

£.9, la quale ci spetta come confinate ed internate politiche viene presa per<br />

due razioni di minestra uso acqua calda e per 150 grammi di pane. A noi non<br />

rimane neppure una lira per i nostri bisogni personali, per la frutta, della<br />

quale abbiamo assolutamente bisogno come di altra roba fresca. Il comportamento<br />

con gli ammalati non si distingue dagli altri. Tutti i supplementi qui<br />

vengono a mancare. Facciamo presente che tra di noi la maggioranza non<br />

può ricevere nulla dalle famiglie e fra di noi ci sono delle ammalate di TBC,<br />

ammalate di stomaco, di reni, cuore e quelle che hanno subito operazioni<br />

molto gravi e che devono continuamente curarsi. Noi tutte protestiamo energicamente<br />

contro questo trattamento e chiediamo la nostra immediata liberazione<br />

come confinate ed internate politiche. Inoltre chiediamo il nostro immediato<br />

trasferimento nei comuni liberi quando le nostre pratiche siano pronte.<br />

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