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LE FRASCHETTE - Associazione Partigiani Cristiani

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dare questi fabbricati fatiscenti ci porta col pensiero al concentrazionismo<br />

che fu uno dei fenomeni più tristi e drammatici della seconda guerra mondiale.<br />

Il concentrazionismo risale a molto prima, lo troviamo nella storia millenaria<br />

delle sopraffazioni di etnie, popoli , nazioni su altri per ridurre il<br />

“nemico” in stato di schiavitù, ma nel 900 diventa mezzo punitivo e di sfruttamento<br />

mediante il lavoro forzato degli oppositori ai regimi autoritari. Il termine<br />

gulag è emblematico nella storia dello stalinismo come la parola lager<br />

in quella del nazismo, anche se paragonare le due dittature è un azzardo compiuto<br />

da certo revisionismo, inaccettabile a causa di differenze sostanziali<br />

delle cause e degli eventi che videro protagonisti Stalin e Hitler. Nel primo<br />

caso è la trasformazione in dittatura, ferocemente oppressiva, della palingenesi<br />

comunista tradendo i principi stessi dell’umanesimo marxista, nel<br />

secondo si tratta dell’applicazione di una ideologia che investe di poteri di<br />

morte l’Herrevolk, il “popolo dei signori” espresso dalla “razza ariana”,<br />

sino al genocidio di intere popolazioni, etnie, gruppi sociali -al primo posto,<br />

destinato alla distruzione totale il popolo ebraico- combinazione perversa di<br />

teorie senza fondamento con il pan germanesimo, il revanchismo che addossa<br />

principalmente agli ebrei la sconfitta della Germania nella prima guerra<br />

mondiale.<br />

Anche l’Italia fascista non è da meno quanto a razzismo, certamente non con<br />

la tecnica ”industriale” dello sterminio praticata dai nazisti e con quella diffusione<br />

del concentrazionismo della Germania e dell’Unione Sovietica, ma<br />

oggi, proprio ponendo al centro di questo incontro Le Fraschette, vediamo<br />

anche qui, luogo di reclusione e confino di intere famiglie slave strappate<br />

dalla loro terra, farsi avanti lo spettro del razzismo, per il ruolo dato da<br />

Mussolini ad una pretesa “stirpe italica” o “romana” investita dalla “missione”<br />

di aggredire e occupare militarmente altre nazioni. Le Fraschette sono<br />

elemento emblematico del “concentrazionismo” nell’Italia fascista e nazifascista<br />

anche se non con la drammaticità di altri “campi”, come Fossoli e specialmente<br />

la risiera di San Sabba. Qui non sono stati consumati omicidi di<br />

massa, non sono state istallate camere a gas, inceneritori delle ”fabbriche<br />

della morte”, ma da questo luogo emerge ugualmente sofferenza fisica, il<br />

dolore e l’umiliazione della persona umana che accomunano Le Fraschette<br />

ad altri luoghi simili sparsi nella penisola, come ci ha ricordato Olini. Qui<br />

nasce, però, con la presa di coscienza che occorra battersi, oggi, in questo<br />

stesso momento, contro uguali violenze ancora perpetrate nel mondo, nasce<br />

la speranza che ciò che è accaduto oltre mezzo secolo fa ci serva da monito<br />

per renderlo storicamente e moralmente irripetibile.<br />

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