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LE FRASCHETTE - Associazione Partigiani Cristiani

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soli fiammiferi. Che trepidazione! Camminammo a tentoni; avremmo voluto<br />

riaccendere, ma il vento prepotente sfidava la nostra pazienza. Intanto la<br />

pioggia rinforzava. In mezzo ad un terreno scosceso, con i piedi affondati<br />

nella melma, circondate dalle più fitte tenebre, strette l’una all’altra sotto un<br />

unico ombrello, tremanti per il freddo, non si sapeva dove e come andare. Ci<br />

assalse il dubbio di dover restare là fino a giorno. Chiesi se fosse possibile<br />

trovare un po’ di paglia per farne una torcia. L’uomo che ci accompagnava si<br />

allontanò da noi. L’attesa fu lunga e penosa. Intanto pregavamo. Finalmente<br />

l’uomo tornò portando della paglia che aveva preso in una capanna, spaventando<br />

degli uomini che lì si erano rifugiati nascondendosi per paura di essere<br />

presi. Col nuovo sistema di illuminazione riprendemmo alla meglio il cammino,<br />

sempre lottando con la melma. Discendemmo ad un torrentello e, sostenendoci<br />

agli alberi, potemmo risalire la china. Il cuore ci si allargò quando<br />

scorgemmo, nel buio, il campo. Le suore stavano in pensiero. Non dico se fu<br />

necessario cambiarci.<br />

Continui spaventi ci furono causati dalle ripetute aggressioni, specialmente<br />

notturne, fatte ai magazzini di vestiario e di masserizie. Spesso, verso sera o<br />

nel cuore della notte, si udivano ripetuti colpi di rivoltella, di bombe a mano,<br />

di moschetto. Si rubò dagli internati, si rubò dagli esterni, si rubò dai vicini,<br />

si rubò dai lontani, tanto più che varie baracche erano rimaste vuote di abitanti,<br />

poiché molti internati, croati e sloveni, erano partiti. Anche per la campagna<br />

veniva compiuto lo stesso depredamento. E così, in breve, il campo non<br />

si riconobbe più e quel grazioso e comodo villaggio che avrebbe potuto poi<br />

servire all’abitazione di tanta gente rimasta senza tetto, non era che un<br />

ammasso di rovine.<br />

Natale<br />

Le truppe tedesche da qualche tempo si succedevano al campo, con grande<br />

pericolo del medesimo e con panico degli internati. Nella settimana prima di<br />

Natale giunsero gli Alpini, quasi tutti austriaci e cattolici. Fu pensato di dare<br />

anche a loro un po’ di conforto spirituale e di far sentire un alito di festa familiare.<br />

Fu richiesto a Roma un sacerdote che parlasse tedesco e fu concesso.<br />

All’improvviso però quasi tutti furono fatti partire per il fronte. Noi pensammo<br />

ai pochi rimasti. Per uno di quegli incidenti che a quel tempo erano all’ordine<br />

del giorno, il sacerdote giunse all’ultimo momento; quindi non ci furono confessioni<br />

e neppure comunioni. Dopo la messa, cantata dalle internate, offrimmo<br />

nella nostra baracca una discreta colazione: latte o caffè, cioccolata e<br />

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