LE FRASCHETTE - Associazione Partigiani Cristiani
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PARTE SECONDA<br />
TESTIMONIANZE DI VITA NEL CAMPO<br />
In questa sezione abbiamo raccolto alcune testimonianze di internati nel<br />
campo Le Fraschette. Le testimonianze sono riportate in rapida sequenza,<br />
senza commento alcuno. Esprimono compiutamente la sofferenza ed il<br />
disagio della condizione dell’internamento.<br />
Rimandiamo agli atti del convegno del 2 dicembre 2006, parte quinta, la lettura<br />
di ulteriori testimonianze proposte nell’intervento di Marilinda<br />
Figliozzi.<br />
Milena Giziak, slovena di Vertoiba, frazione del comune di Gorizia, arrestata<br />
con tutta la famiglia nel settembre 1942 perché aveva un fratello partigiano,<br />
rinchiusa in carcere (aveva solo 13 anni!) fino al marzo 1943, con cibo<br />
scarsissimo, così ricorda il suo internamento a Le Fraschette:<br />
“Il campo Le Fraschette era collocato in una conca disabitata, circondata da<br />
monti. Eravamo quasi solo donne. Il vitto era impossibile: un mestolo di brodaglia<br />
e un etto di pane al giorno e non vi era solo il problema della scarsità,<br />
ma anche quello della sporcizia rivoltante dei luoghi dove il cibo veniva preparato.<br />
Molti ricevevano dei pacchi dai parenti, ma noi non avevamo nessuno<br />
che ci potesse aiutare. Spaventose soprattutto le condizioni delle croate e delle<br />
greche, alle quali non arrivava mai nulla, tanto da essere costrette ad aggirarsi<br />
attorno ai bidoni della spazzatura della cucina, onde recuperare bucce di<br />
patate e qualche altro scarto. Nel complesso posso dire che il comportamento<br />
del Comando era corretto, non animato da ostilità verso le recluse. Il 25 luglio<br />
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