LE FRASCHETTE - Associazione Partigiani Cristiani

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La politica della memoria Negli anni Cinquanta l’amministrazione comunale affronta la questione di come conservare la memoria delle sofferenze che hanno attraversato il Campo e promuoverne il ricordo. Nel 1955 organizza una mostra fotografica e documentaria sulla deportazione nei campi nazisti, la prima in Italia, che viene successivamente portata con grande successo di pubblico in numerose città italiane. Le successive amministrazioni comunali realizzano il progetto, a lungo studiato, di un “ Museo Monumento al Deportato politico e razziale” all’interno del rinascimentale Palazzo dei Pio, inaugurato nel 1973. In quell’occasione il Comune avanza all’Intendenza di Finanza una richiesta ufficiale per l’acquisto dell’area del Campo, ancora di proprietà demaniale. 160
Dopo l’acquisizione del Campo Nel 1984 l’amministrazione locale acquisisce dal demanio il Campo a titolo gratuito e dà inizio alla riflessione in merito alla possibilità di un recupero di tipo filologico, giudicato, all’epoca, sostanzialmente improponibile. Nasce così l’idea di indire un concorso internazionale per progetti, con la dichiarata intenzione di trasformare il Campo in un Parco per la cittadinanza. Agli inizi degli anni ’90, un generale ritrovato interesse per il tema memoria della deportazione porta alla nascita dell’<strong>Associazione</strong> degli Amici del Museo Monumento e riporta Campo e Museo Monumento al centro dell’attenzione dell’amministrazione comunale, mentre il progetto di recupero viene sostanzialmente abbandonato. Sull’onda di una nuova sensibilità di stampo europeo, viene ripresa in considerazione un’ipotesi dichiaratamente filologica che non stravolga il sito. Viene così recuperata una delle baracche del campo nella quale è iniziato il lavoro di allestimento della parte est, destinata alle attività didattiche e culturali, e della parte ovest che accoglierà una mostra permanente. 161
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