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LE FRASCHETTE - Associazione Partigiani Cristiani

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Dobbiamo superare lo scoramento che ci prende nel registrare il fallimento<br />

della storia, della nostra storia di partigiani, quando conclusa la guerra, pensavamo<br />

all’avvento di una intramontabile stagione di pace e solidarietà certi<br />

che quello sarebbe stato il premio del sacrificio di martiri e caduti .<br />

Un’impresa che sembra impossibile mentre nel mondo permangono teatri di<br />

guerra, dove anche il terrorismo fanatico concorre alle stragi di innocenti,<br />

mentre si susseguono in Africa le lotte tribali con bilanci che sfiorano il milione<br />

di morti, mentre per incapacità e egoismo dei centri di potere internazionali<br />

continuano a consumarsi gigantesche morie per inedia e malattie nel<br />

terzo e quarto mondo.<br />

Dobbiamo impegnarci, laici e cristiani, per fedeltà alla nostra storia e ai nostri<br />

ideali nella battaglia per la pace, battaglia per la solidarietà.<br />

C’è un altro problema cui voglio accennare. Questo nostro incontro è anche<br />

una risposta al revisionismo, a quel movimento pseudo-culturale che vuole<br />

cancellare la storia. Qui dichiariamo, con questa rievocazione, che la storia<br />

non può essere stravolta, offesa nelle verità inoppugnabili. Ci sono vari revisionismi,<br />

un revisionismo chiamiamolo assoluto che è il negazionismo, che<br />

addirittura nega l’Olocausto. Poi abbiamo un revisionismo strisciante che è<br />

quello che dice che in fondo tutti siamo uguali, fascisti e antifascisti, che questa<br />

guerra ha accomunato tutti e pertanto non andrebbe riconosciuto chi combatteva<br />

per la libertà e chi combatteva contro la libertà, tutti coinvolti in<br />

un’unica tragedia.<br />

Questo revisionismo presenta dei lati che vorremmo definire grotteschi se non<br />

rivelassero nell’ideologia fascista che si rinnova a causa dei cattivi maestri lo<br />

stesso disprezzo per i sentimenti umani. Facciamo un esempio. Mentre noi<br />

partigiani riconosciamo nella madre che piange il figlio morto, fascista o antifascista,<br />

la medesima, identica. indistinguibile espressione di dolore, e altrettanto<br />

uguali sono la nostra commiserazione e la pietà per lei e per chi è caduto,<br />

anche dalla parte avversaria, ciò non accade, negli epigoni fascisti e neonazisti..<br />

Mai una lapide un monumento, un segno che ricordi un morto fascista<br />

è stato rovinato da un partigiano o da un antifascista, mentre lordare le<br />

lapidi che ricordano i nostri caduti, danneggiarle. è costume e vanto dei fascisti<br />

e neofascisti capaci anche di oltraggiare i cimiteri ebraici.<br />

A parte le scritte infamanti sui muri, anche scurrili, contro la Resistenza e a<br />

dileggio e disprezzo dell’olocausto ebraico, il mito dello squadrismo fascista,<br />

con le spedizioni punitive, sta trovando adepti specialmente nelle scuole.<br />

Abbiamo contato più di 150 aggressioni in pochi giorni, negli istituti romani<br />

da parte di giovani fascisti, vittime ragazze e ragazzi che non ne accettano la<br />

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